Andrè Anderson, centrocampista della Salernitana, ha parlato nel corso di un'intervista concessa al Corriere dello Sport. Il calciatore ora dovrà scegliere se tornare alla Lazio o restare a Salerno in massima serie e potrebbe diventare un nome interessante in chiave Fantacalcio.

 

 
 Intervista ad Andrè Anderson
 


 
In campo cerca la giocata di qualità ma prova anche a ragionare. 
«Da piccolo ammiravo due calciatori: Ronaldo il Fenomeno e Zidane. Ronaldo aveva forza ed esplosività, Zidane tecnica e visione di gioco. Ho cercato di rubare qualcosa a questi due campioni, che pensavano sempre prima di agire». 
 
A volte brasiliano, a volte europeo. 
«Prima cercavo la giocata fenomenale. Nel calcio europeo, invece, conta la vittoria. Come dice Castori: vincere non è importante, è l’unica cosa che conta. In campo bisogna fare la scelta giusta per vincere». 
 
Quest’anno, quando è entrato, è stato spesso l’uomo della svolta. 
«Non conto io, ma la squadra. Un calciatore da solo non decide mai nulla. È fondamentale che la squadra sia disponibile a cambiare. Ringrazio i compagni, quindi, che hanno avuto fiducia in me».

Intervista ad Anderson su Tare

 
Intanto, Tare la faceva seguire ed improvvisamente si spalancarono le porte dell’Europa. 
«Quando arrivai in Italia ero crudo. Da noi crudo vuol dire che non sei pronto. Bertolucci, il mio agente, mi disse che la Lazio mi voleva ed accettai. Arrivai e mi ritrovai in poco tempo a Salerno. All’inizio fu dura, ma quell’esperienza mi è servita». 
 
E il futuro? 
«Il calcio è bellezza: ti cambia la vita in un attimo, nel bene e nel male. Cerco di vivere il presente, poi vedremo». 
 
Lazio o Salernitana? 
«Adesso è una scelta difficilissima. Alla Lazio sono stato bene, ho imparato tanto, Lucas Leiva, Luiz Felipe e Bastos mi sono stati molto vicini. Ma a Salerno ho trovato un gruppo stupendo, che mi ha portato ad un altro livello. Farò decidere al cuore, dopo le vacanze». 


Intervista ad Andrè Anderson sul futuro


 
Dipenderà da Andrè Anderson o da Lotito? 
«Dipenderà da me, più da me. Salerno mi ha emozionato, non riesco a spiegare ciò che provo». 
 
Il momento più importante di questa stagione? 
«Le sconfitte a Monza e ad Empoli. Lì abbiamo capito cosa sbagliavamo». 
 
E quel rigore a Pescara? 
«Un’emozione fortissima, che non dimenticherò mai. È il gol più importante della mia carriera».