Qualche settimana fa, da queste colonne, si invocava alla pazienza per la Juventus. Che questa non fosse una stagione come tutte le altre era evidente anche al più ottimista dei tifosi juventini, ed i fatti ci danno decisamente la sensazione di qualche mese fa.

La partita di ieri sera ci ha nuovamente raccontato di una Juventus ben lontana dalla ferocia agonistica con cui siamo abituati a vederla. Una squadra con pochissimi giocatori in grado di caricarsi il peso della situazione sulle spalle e trovare la giocata vincente. Non è stato dunque un caso che, in assenza del numero 7, in attacco si sia faticato a realizzare, soprattutto per via dello stato di forma, tutt'altro che eccelso, di Paulo Dybala.

Ovviamente gettare la croce su di un singolo sarebbe la strada più facile, ma anche quella più sbagliata. E' vero che il numero 10 bianconero è ben lontano da essere quel magnifico giocatore in grado di illuminare il campo, ma la sensazione complessiva è che sia tutta la squadra che mentalmente non sembra essere ancora sempre connessa alla partita. Nella sfida di ieri in particolare ci si aspettava una grande reazione nella ripresa, dopo aver subito la beffa del pareggio nei minuti di recupero della prima frazione, invece così non è stato, anzi.

Al netto della poca esperienza di Pirlo e della bravura di Inzaghi è stato chiaro che i bianconeri dovessero fare di più, anche solo per la disparità dei valori tecnici presenti in campo. Gli aspetti positivi si contano sulle punta delle dita, mentre l'elenco delle cose che non vanno è decisamente lungo, oltre al già citato Dybala, non ha brillato ad esempio neanche il brasiliano Arthur che, davanti a Hetemaj, Schiattarella e Ionita, avrebbe dovuto fare il bello ed il cattivo tempo senza troppi problemi. Anche l'apporto della panchina è stato tutt'altro che positivo con Bernardeschi che evidentemente si trova a più agio con la maglia della Nazionale che con quella della Juventus ed un Kulusevski involuto rispetto a quello delle prime uscite dal suo approdo all'ombra della Mole.

Solamente quattro i giocatori che si sono contraddistinti in positivo e che dovranno aiutare tutti gli altri a raggiungere uno stato psicofisico ottimale con i risultati che ne saranno la logica conseguenza. Bene dunque il portiere Szczesny, attento in occasione della conclusione di Schiattarella, la coppia di difensori centrali de Ligt e Danilo, con il brasiliano che certifica il suo stato di grazia, giocando bene e con decisioni in tutte le posizioni in cui viene schierato, ed infine Alvaro Morata.

Lo spagnolo sembra essere proprio un capitolo a parte rispetto ai compagni di squadra. Letteralmente uomo ovunque della Juventus dalla cintola in su, stupisce per continuità di rendimento e soprattutto per la qualità con cui riesce sempre a mettere in difficoltà le retroguardie avversarie, indipendentemente da chi siano composte. Il suo ritorno in bianconero è stata una fortuna per lui ma, soprattutto, per la Juventus. Senza un giocatore in questo stato per i bianconeri la situazione non potrebbe che essere certamente peggiore.

Nella partita di ieri, al cospetto delle streghe, i bianconeri hanno dunque nuovamente visto gli spettri di una stagione difficile. Se in Champions il cammino fatto finora è promettente, non si può dire certamente lo stesso del campionato. Se il Milan oggi dovesse vincere gli uomini di Pirlo si troverebbero a ben 6 lunghezze dalla vetta dopo appena 9 partite, un divario che inizia ad essere importante. Serve una netta inversione di tendenza per far tornare Ronaldo e soci a combattere per le posizioni di vertice, come successo negli ultimi 9 anni.