I venti del day after soffiano il loro lamento. Da più direzioni, tra alcuni calciatori e addetti ai lavori, giornalisti e osservatori, forse di parte, insiste il pensiero secondo cui lo scudetto 2025 sia stato perso dall’Inter e non vinto dal Napoli. L’impianto accusatorio, o difensivo, dello sminuimento altrui si fonda sulle ragioni dello spreco. 

Ragioni poco attendibili quando la differenza tra due squadre è di un punto. Perché lo sanno tutti che quando il distacco è di così sottile entità, gli episodi che l’hanno determinato vanno ad accomodarsi un po’ dappertutto. A parti invertite, in fondo, sarebbe valso ugualmente. Anche il Napoli avrebbe potuto trovare riparo nell’affanno consolatorio del gol preso all’ultimo minuto in questa o quella partita o in quel pareggio o in quella sconfitta non preventivati. 

Tuttavia prima di arrivare ad analizzare sommariamente i contorni del caos – c’è del velleitario solo a pensarci – potrebbe essere utile soffermarsi su alcuni dati di natura oggettiva. Il Napoli campione d’Italia ha fatto registrare la migliore difesa d’Europa della stagione. Nessuna squadra ha subito meno dei partenopei. La squadra di Conte, inoltre, rispetto al numero di sconfitte è dietro tre squadre, considerando i principali campionati europei. Tra queste, però, c’è il Paris Saint Germain, e il divario tra i parigini e le altre formazioni del campionato francese suggerisce prudenza nel prendere in considerazione un dato poco attendibile in termini di comparazione. 

Il Napoli ha il calciatore nominato MVP della serie A. McTominay è di fatto il simbolo tecnico e tattico del quarto titolo azzurro. Gli azzurri hanno chiuso la classifica col miglior rendimento in casa di tutta la Serie A, così come meriterebbe una certa attenzione un dato che nell’ipotesi dei demeriti altrui trova davvero poco conforto. Di Lorenzo e compagni sono stati in testa alla classifica per 23 giornate complessive, e di queste 21 in posizione solitaria. L’Inter, invece, in testa alla classifica ci è finita 8 volte, di cui una insieme al Napoli. I nerazzurri sono stati da soli in testa dalla 26a alla 32a giornata. Per il resto del campionato, mai. I partenopei sono stati leader solitari dalla 6a alla 14°, dalla 19a alla 25a, e poi dalla 34a fino alla fine. Il Napoli è stato in testa tre volte in più dell’Inter.

Va pure ricordato che il Napoli, che ha disposto di un organico obiettivamente meno competitivo di quello dell’Inter, ha giocato mezzo campionato senza il suo miglior difensore, ha perso il suo calciatore migliore nel mercato di gennaio (mai si era verificato in serie A che nel mercato di riparazione una squadra impegnata nella lotta scudetto perdesse il suo uomo migliore), ha dovuto rinunciare alla sua mezzala di maggiore talento per quasi mezzo torneo e ha dovuto sopperire a una serie lunghissima di infortuni e di assenze a volte al limite della decimazione. Duclós diceva che pure il merito ha i suoi pudori. A volte sarebbe il caso che lo posseggano pure i pensieri e le parole.