Destabilizzanti. Non vi è altro modo di definire le voci che parlano di un ritorno di José Mourinho all'Inter, al di là di qualsiasi discorso sulla loro eventuale fondatezza; perché sebbene un clamoroso accordo con lo Special One sia vissuto da molti come una sorta di sogno, in verità l'effetto su tutto l'ambiente interista lo rende più che altro simile a un incubo.
Quello tra Mourinho e l'Inter è senza dubbio un legame indissolubile, un rapporto di affetto reciproco che è andato ben oltre il mero aspetto professionale; ora però - e di questo si dovrebbe rendere conto lo stesso allenatore portoghese - gli effetti che i continui messaggi d'amore inviati da Mou producono sono oltremodo negativi.
Innanzi tutto minano la posizione dell'allenatore di turno, soprattutto se si tratta di un giovane tecnico come Andrea Stramaccioni: gente ben più quotata non ha retto il confronto e Strama, che pure gode della stima di tanti ma sconta il periodo di transizione nerazzurro, vivrebbe la stessa sorte. Inoltre producono un sommovimento che non parte soltanto dal basso, perché è evidente che il presidente Moratti sia affascinato dall'ipotesi di un ritorno del portoghese.
Così Stramaccioni, come schiacciato tra due forze titaniche, si appresta a preparare il periodo più delicato della stagione in un clima decisamente complicato, e a nulla valgono le smentite di rito dei massimi dirigenti, perché la suggestione Mourinho si è insinuata ormai nelle menti di molti, forse di troppi.
Ma supponiamo per un attimo che l'attuale tecnico del Real torni davvero all'Inter: sarebbe davvero un fatto positivo? Dopo aver lasciato una squadra che davanti poteva vantare Eto'o, Milito e Balotelli, dopo aver reso Sneijder un campione, esaltato Thiago Motta, spremuto fino all'ultima goccia Lucio, Mourinho avrebbe a disposizione un materiale calcistico decisamente diverso. Ci si potrebbe chiedere cosa potrebbe tirare fuori il portoghese da un Gargano, da un Pereira, da un Mudingayi.
Lo scenario del tifoso, a questo punto, prevede un Moratti che improvvisamente ricomincia a spendere per far contento il suo mister, in barba a tutti i discorsi sentiti negli ultimi tre anni, alla limitazione degli ingaggi, al ringiovanimento della squadra; un'Inter che ritorna ai fasti di qualche anno fa in men che non si dica, trascinata dal suo condottiero, al quale mancherebbe soltanto il classico cavallo bianco.
L'effetto destabilizzante sarebbe inevitabilmente completo e l'incubo uno di quelli, rari, che iniziano al momento del risveglio, quando si finisce di sognare.
Cesare Bogazzi