La trentaquattresima giornata di Serie A rappresentava per la Juventus una ghiottissima occasione di consolidare il proprio piazzamento Champions e, contemporaneamente, accorciare le distanze dal Milan secondo in classifica ed attualmente in crisi di gioco, risultati ed identità. Invece i bianconeri hanno sprecato, piuttosto malamente, questa grande opportunità non andando oltre al pareggio a reti bianche.

Per la sfida contro la sua ex squadra Allegri ha mescolato un po' le carte cercando di aumentare la qualità in mezzo al campo dirottando Cambiaso nel ruolo di interno destro e schierando Weah titolare sull'adiacente corsia, in avanti c'è Yildiz e non Chiesa accanto a Vlahovic, per il resto formazione confermatissima con Szczesny tra i pali, il terzetto Gatti-Bremer-Danilo, Locatelli in cabina di regia, Rabiot alla sua sinistra e Kostic sull'esterno. Il Milan invece deve rinunciare a ben tre squalificati in difesa ed all'ultimo si aggiunge anche l'assenza di Maignan tra i pali per un problema all'adduttore nel riscaldamento. In porta va dunque Sportiello con il quartetto difensivo composto da Musah, Gabbia, Thiaw e Florenzi, in mezzo la coppia Adli e Reijnders, mentre in attacco Giroud è supportato da Pulisic, Loftus-Cheek e Rafael Leao.

La Juventus parte meglio con Vlahovic che riesce a liberarsi della marcatura di Thiaw prima di concludere in porta, ma il tiro è troppo centrale e non impensierisce Sportiello. Con il passare dei minuti il Milan riesce a prendere sempre più coraggio e a tenere in mano il pallino del gioco, i rossoneri però non sembrano vivere un momento di forma particolarmente brillante e sbagliano spesso a ridosso dell'area o si fanno cogliere dalla fretta e tentano soluzioni dalla distanza che non impensieriscono Szczesny come il tiro di Rafael Leao attornoa al venticinquesimo minuto. La partita scorre via senza altre particolari emozioni fino al secondo minuto di recupero quando Vlahovic prova a sorprendere Sportiello su calcio di punizione, il portiere ex Atalanta è attento e devia in angolo.

Nella ripresa i bianconeri scendono in campo decisamente più convinti ed arrembanti del Milan. Prima è Kostic a provarci fingendo il cross e tentando la conclusione sul primo palo, Sportiello è ancora una volta reattivo e respinge, sul pallone vagante arriva Danilo che calcia a botta sicura, ma qui l'estremo difensore rossonero compie un autentico miracolo deviando il pallone e allontanando con l'aiuto del palo. A sparigliare ulteriormente le carte arrivano i cambi di Allegri, soprattutto con l'ingresso di un Chiesa determinato a dimostrare la sua importanza: l'ex viola è una furia e i difensori del Milan non riescono mai a limitarlo, con il figlio d'arte che sforna cross interessanti a ripetizione. Al 73' il numero 7 bianconero serve Milik, ma il colpo di testa del polacco è troppo debole e Sportiello riesce ancora una volta a bloccare; dieci minuti più tardi è ancora un cross di Chiesa che mette in difficoltà la retroguardia rossonera con McKennie che prova a rimettere al centro e questa volta il portiere rossonero non esce benissimo, ma sul batti e ribatti che si crea successivamente è provvidenziale l'intervento di Thiaw sulla linea che respinge la zampata di Rabiot da pochi centimetri. 

Come contro il Cagliari quella che si è vista ieri è una Juventus dalle due facce. Attendista, timida al limite del remissivo nel primo tempo, arrembante anche se confusionaria nella ripresa. Un atteggiamento che non si può tollerare da una squadra come quella bianconera, soprattutto dopo una prima parte di stagione davvero esaltante. Nel girone di ritorno sembra essersi spezzato qualcosa e la Juventus ha raccolto un bottino da zona salvezza con 19 punti in 15 partite, una media di 1.26 punti a partita, contro i 2.42 del girone d'andata. La statistica diventa ancora più drammatica se si fa un'analisi a partire da quella che ormai è riconosciuta da tutti come la partita che ha svoltato, in negativo, la stagione della Juventus: a partire da dal pareggio di Empoli (compreso) i bianconeri hanno totalizzato 13 punti in altrettante partite, con l'imbarazzante media di un punto a partita.

Questo andamento non può davvero essere accettato da nessuno che ha a cuore le sorti della Vecchia Signora, a partire dalla dirigenza per finire con il meno appassionato dei tifosi. Nei prossimi turni ci saranno gli scontri diretti con Roma e Bologna e non sarà più possibile regalare minuti di gioco e punti a queste avversarie dirette, indipendentemente dal fatto che anche la quinta in classifica vada o meno in Champions League l'anno prossimo. Raggiungere l'obiettivo minimo non può e non deve essere ritenuto soddisfacente per una società come quella bianconera, anche negli anni di costruzione di un nuovo ciclo. Danilo e soci dovranno dunque cambiare registro a partire già dalla prossima sfida contro la Roma del grande ex Dybala, per dimostrare di tenere davvero alla maglia e regalare qualche (magra) soddisfazione ai tifosi in questo complicato finale di stagione.