Un finanziamento, un crowdfunding, una colletta. L’affitto di qualche ettaro di Milanello ad uso agriturismo. Un modo per mettere le mani su Scuffet, qualsiasi modo, deve essere trovato. Il giovanissimo portiere dell’Udinese è una realtà, non rappresenta più l’illusione della durata di qualche partita brillante, ha i numeri e le possibilità per assicurare, finalmente, anni di serenità tra i pali, se acquistato, inserito, e difeso. E’ un’operazione da chiudere subito, riempiendo di cash Pozzo. La facciamo facile? Può essere. Eppure, se è vero che, come dice l’amministratrice delegata rossonera, al Milan non è che non si spende, ma si è speso male, l’investimento, neanche troppo oneroso (a patto di agire subito) per un 17enne già pronto per platee importanti, e dalla già usufruibile affidabilità, è la cosa più distante dal male e dallo sperpero che riusciamo ad immaginare.
Quello di Simone Scuffet, italianissimo, ricorda l’abbagliante esordio di un altro giovanissimo portiere italiano, più di quindici anni fa, proprio contro il Milan. E non è soltanto per quel nome poco italianissimo, senza la vocale finale, e due effe dopo la u… Richiano di non essere gli unici tratti comuni con un portiere che, si disse, interessava al Milan. Com’è andata lo raccontano le decadi successive. Portare Scuffet al Milan deve essere la priorità assoluta, da qui all’apertura del mercato.
Ezio Azzollini