Ci sono vite e carriere che sembrano - anzi, leviamo il "sembrano" - non finire mai. Una di queste è quella di Lamberto Boranga, storico portiere di tanti club italiani. Alcuni di voi lo conosceranno perchè, nel 2003, a 60 anni suonati, Boranga venne chiamato da Gigi Maifredi nella sua squadra che replicava in diretta i gol della A su Rai Tre, a "Quelli che il calcio".
Cresciuto nel Perugia, esordì in Serie A con la maglia della Fiorentina nel 1966. Poi la Reggiana, il Brescia, il Cesena, il Varese, il Foligno e il Parma (con cui conquistò una promozione in Serie B nel 1978-79). Oggi, alla veneranda eta' di 68 anni, Lamberto Boranga ha deciso di continuare a sporcarsi la casacca, ed ha accettato tornare a giocare per difendere la porta del Papiano, che disputera' il campionato dilettantistico di 2/a categoria umbra.
Un calciatore che ha tanto da insegnare, e soprattutto da raccontare ai più giovani, ai portieri con dieci lustri d'età meno di lui, e che magari non sanno che il vecchio Boranga non è solo un portiere (ancora professionista), ma è soprattutto uno dei primissimi calciatori che sia giunto alla laurea, tant'è che esercita tutt'oggi il mestiere di medico a Perugia. Laurea in medicina giunta a soli 38 anni, con un rispettabilissimo 106/110, che seguiva un'altra laurea, presa tempo addietro, in Biologia.
Non a caso, nel 1992, dopo una lunga carriera, divenne medico sociale dei dilettanti di Bastardo (PG), aveva già stupito le platee tornando tra i pali - anche se in una sola occasione - per una partita per la quale erano contemporaneamente out tutti i portieri della rosa.
Ma non stiamo raccontando la storia solo d'un calciatore e d'un medico: ciò che è univaersalmente riconosciuto è il suo personaggio. Sanguigno, dal forte carattere, generoso, fuori dagli schemi, deciso. Denunciò per anni, da professionista qual è, l'uso e l'abuso di sostanza vietate nel suo sport, fiancheggiando Zeman nella sua battaglia.
Ma non solo. Un atleta completo: s'è sempre mantenuto in forma nel corso degli anni. E non a caso, con 1.61 metri è primatista italiano di salto in alto di atletica master (over 45, 55 e pre 65). Nel 2008 ha ottenuto agli Europei di Atletica il record mondiale di salto in lungo over 60 con 5.47 metri. Insomma, un personaggio da raccontare, una storia da narrare e tramandare. Anche solo per riportare alcuni curiosi aneddoti che ne sviscerano la personalità: quando giocava in quel di Cesena, ad esempio, era sua abitudine farsi portare il caffè dal massaggiatore a partita in corso.
Un cuore d'epoca. Viscerale, casereccio, impulsivo. Come piace a noi. Nulla può raccontarlo meglio della storia che abbiamo deciso di riportare per chiudere questo pezzo. Dalla sua viva voce. Del Verona – Parma del 16 marzo 1980, il vecchio Lamberto racconta:
"Il mio difensore Caneo fece un fallo su Vignola, che mise su un teatrino mai visto. L’arbitro espulse ingiustamente Caneo a causa delle sceneggiate di Vignola. Si riprese il gioco con la punizione per il Verona. Io uscii in presa alta e proprio Vignola mi colpì con una gomitata. Mi incazzai come una bestia! Rinviai la palla, andai da Vignola e lo colpii con un cazzottane. Lui cadde di nuovo a terra, ma stavolta almeno c’era un buon motivo. Se dovesse ricapitare un’occasione simile lo rifarei. Anzi, glielo darei più forte! Anche se poi fui espulso".
Dal mese prossimo, potrai ricominciare a giocare il tuo calcio, Lamberto. Quello che risponde ad una gomitata con un cazzottone. Ma che non sopporta ipocrisie, ingiustizie, doping, e truffe. Quello che piace a te. Ed a noi. Buona fortuna, Lamberto.
Alfredo De Vuono