“Diciamocelo, il Milan non ha mai giocato così male”, disse Berlusconi dopo la Juventus. Dopo la Juventus. Dopo la Juventus!

Lo sceneggiatore del calcio, che sa essere l’autore più cinico e ironico che esista, come infernale contrappasso partorisce la trasferta di Verona: lo spettacolo più agghiacciante in 30 anni di calcio berlusconiano. Lo diciamo senza timore di smentita: giocatori a zonzo senza ruolo e senza motivazione, ritmi da precampionato, confusione di gambe e di testa, il nulla. Il nulla: l’ ultima, la più cocente di una lunga, lunghissima lista di ferite. Di amarezze, di errori.

L’ umiliazione della storiaccia di Pirlo, per una società abituata a farne, di colpi gobbi così, non a fabbricarseli in casa in un grottesco harakiri che vede oggi, un regista e capitano la cui istantanea è quella di un ultimo di barriera impaurito dal pallone, che non salta nemmeno, mentre la palla di Siligardi lo scavalca.

L’ assoluta contraddizione di celebrare il radioso futuro rappresentato dall’unica nota lieta, un 17enne con tutta probabilità di questo passo venduto a peso d’oro, per poi silurarne l’artefice, perché gioca male (correndo il rischio di essere l’unico allenatore a battere la Juventus da ottobre a questa parte).

L’ orrore dell’ostracismo nei confronti di Paolo Maldini, congiunto alla beffa di farsi insegnare quale risorsa sia il senso di appartenenza dentro una società da chi prolunga a vita con Zanetti e chi considera bandiera Nedved.

La situation comedy del doppio a.d, la burla maldestra dello stadio centro-commerciale, l'altrettanto maldestra candid-camera in mondovisione del fantasma Bee: non diciamo niente di nuovo, ma le umiliazioni si accatastano, anziché essere metabolizzate e scomparire.

Era la società migliore del mondo: è a se stessa che deve il rispetto di non coprire le eccezionali cose fatte con la polvere e la miserabile opacità. Ora che persino nelle bocche dei servi compare l’auspicio della cessione a fronte di questo accanimento terapeutico, questa società deve a se stessa decoro e sobrietà, prima che ai suoi tifosi, che non dimenticheranno mai quanto di eterno è stato loro regalato. Ma la polvere è rischiosa, per la memoria. Lo scriviamo imperterriti da tre anni: questa storia non meritava di finire così. Ma peggio di una fine triste, c’è una lunga fine triste.