Chino sulla tastiera per un amarissimo live, chino col mio cattivo umore per un amarissimo e sporco lavoro che qualcuno doveva pur fare, alle 13.25, mangiando furtivo e rapido mezza salsiccia raffreddata, credevo fermamente, a voce alta e tra gli sguardi perplessi di chi c’era, che sarebbe finita 3-4.

 

Ora, magari ha poco senso dirlo ora, sia perché dopo una pazza mattinata così ognuno avrà la sua personalissima emozione da raccontare, un po’ perché non avrei saputo spiegare come e perché, ma tant’è. La fiducia di ieri rappresenta un personalissimo successo calcistico da “Mistero della Fede”, un po’ come le furiose liti in famiglia e gli sberleffi da ragazzino, quando credevo ciecamente nello scudetto di Zaccheroni, o la più recente e lucidamente pronosticata testata di Thiago Silva, illogica e incredibile anche solo da ipotizzare, al Camp Nou, e dunque avevo tanta e troppa voglia di scriverlo.
 

L’imponderabile “come e perché” risponde al nome di Kevin Prince Boateng, in una partita pazza che rischia di spaccare il campionato e le speranze di chi brindava e ridacchiava durante un aperitivo domenicale particolarmente gustoso e speciale, ieri. E’ stato il pranzo ad essere indigesto. Comunque andrà, rimane una partita epica, una di quelle che non dimentichi, da qualsiasi parte stai. Il Milan balla in difesa, ma fa di nuovo tanta paura a chi ci spera, due punti più avanti, o quattro dietro. Sono partite frustranti, e non solo per il Lecce.
 

Tanto, tutto può cambiare nel giro di pochi giorni: l’Inter, ospitata mercoledì dall’Atalanta, e con la Juventus domenica, può risorgere e riportarsi in gioco, o affossarsi definitivamente (se la perla di Moscardelli ieri fosse stata un’opera compiuta, oggi i nerazzurri sarebbero, a 5 punti, in piena zona retrocessione, e non per scherzo), idem dicasi per la Juventus, troppo colpevole di non aver spiccato il volo, con un avvio con il solo Milan, e provinciali d’ogni risma. Discontinuità che affligge anche il Napoli, in questo campionato strano. Insomma, domenica sera potrebbe essere tutto un altro campionato.

 

Ma, dicevamo, comunque andrà, a breve, medio e lungo termine, niente cambierà dell’emozione di questa giornata speciale per tanti motivi (con il City che vince 6-1 all’Old Trafford, la Francia che perde il mondiale di rugby d’un punto, sarebbe stata una giornata di sport personalmente perfetta, senza lo straziante pugno allo stomaco che è arrivato dalla Malesia), che resterà in un modo o nell’altro indimenticabile:  per voi,  per la vostra intima ma certa emozione, collegata a chissà cosa e a che pensieri, e  per me,  per il mio personale e indimenticabile live che presto è diventato un alive, un 3-4 che parla di salvezza e sopravvivenza. Per novanta minuti speciali, che rimarranno lì, in un cassetto che solo noi malati di calcio conosciamo.
 

Ezio Azzollini