La serie A non diverte più come un tempo, non emoziona e vede sempre le stesse squadre competere per lo scudetto e le competizioni europee, senza parlare della zona retrocessione, dove ad essere invischiate sono quelle squadre che arrivano dalla serie B, tranne qualche sporadico caso.
Il tormentone di queste ultime settimane è quello relativo ad un urgente ritorno alla serie A con 18 squadre, ma siamo sicuri che sia questa la soluzione al problema? Torneremo ad avere un torneo avvincente e più imprevedibile?
Io personalmente non credo a questa tesi e voglio condividere con voi la mia riflessione sul calcio italiano, che ha indubbiamente perso quell'appeal che lo aveva sempre contraddistinto, specialmente nel periodo d'oro degli anni ottanta e novanta.
Sembrano lontani anni luce quei campionati dove riuscivano a conquistare il tricolore anche squadre come il Verona (1985) e la Sampdoria (1991), imprese che oggi appaiono proibitive con il predominio delle Big, infatti risale al 2001 l'ultimo scudetto non "scontato", ovvero quello targato Roma".
A monte di tutta questa situazione nella quale si ritrova la nostra serie A c'è la questione soldi, inutile girarci intorno e spostare l'attenzione sulla scarsa qualità delle squadre provinciali, piuttosto che la palese mancanza di concorrenza per Juventus, Napoli, Roma ecc.
Il vero problema è la ripartizione iniqua dei Diritti TV che crea una forbice troppo ampia sopratutto con il torneo di serie B, dal quale arrivano squadre che non possono competere in alcuna maniera per un obiettivo diverso da quello della salvezza.
Il nocciolo della questione non è evidentemente il numero delle squadre, a prescindere che venga ridotto o meno, ma la modalità con la quale si gestisce il prodotto calcio in Italia, decisamente obsoleto rispetto ad altri paesi come ad esempio l'Inghilterra.
La Premier League non registra il netto divario che invece vediamo in Italia tra le Big e le squadre provinciali, non a caso nella scorsa stagione c'è stato il clamoroso trionfo del Leicester di Ranieri, che tanto ha fatto parlare in tutto il mondo.
La ripartizione dei diritti TV in serie A al 2016
1 Juventus (oltre 100 milioni di euro) - 2 Milan (80 milioni di euro) - 3 Inter (78 milioni di euro) - 4 Roma (oltre 72,5 milioni di euro) - 5 Napoli (70 milioni di euro) - 6 Lazio (oltre 55 milioni di euro) e via scorrendo le altre.
Poco più di 20 milioni di euro spettano invece alle formazioni che salgono dalla serie B, evidente dunque il dato relativo alla forbice tra queste squadre e le Big come Juventus, Milan, Inter, Roma e Napoli; sono distanze a dir poco abissali.
Nella scorsa stagione ci furono due club ad opporsi a questa ripartizione dei soldi in serie A, ovvero il Chievo di Campedelli ed il Palermo di Zamparini, tuttavia non è bastato a cambiare lo stato delle cose.