Premessa: le ragioni, anche quelle dette apertamente, urlate nelle stanze segrete, inveite da una tifoseria all’altra, ed espresse con tutta la lucidità possibile nella conferenza stampa di ieri, ci stanno tutte. E sono legittime.

Ma la figura di approssimazione, improvvisazione e disorganizzazione dell’Inter, plateale, acclarata e certamente non di storia recente (e se possibile accentuata in un passaggio di consegne che con la scusa del morbido si sta rivelando semplice mentente confuso), non basta a giustificare l’entità della reazione bianconera, che pure ci starebbe, secondo logica.

Ma la figuraccia è dell’Inter, non della Juventus che, comprensibilmente, aveva fatto svuotare l’armadietto a Vucinic. Né la perdita di Guarin, ottimo giocatore più per l’Inter che non per la Juve, in uno scambio in cui comunque ci avrebbero guadagnato i bianconeri, è di quelle da strapparsi i capelli. E allora, al di là della forma, basta un semplice “dai, abbiamo scherzato” a far andare su tutte le furie la dirigenza bianconera? No, la vera ragione dev’essere un’altra.

Ed è un’altra. Con l’acquisto di Guarin, pianificato talmente sottotraccia (Marotta confessa che la cosa è in ballo da dicembre) e venuto alla luce e quasi finalizzato a tempo record, veloce come un lampo proprio perché vissuto segretamente nella sua formulazione, i bianconeri hanno idealmente quanto platealmente dichiarato, ormai senza ombra di dubbio: Pogba partirà. E’ a questo punto una certezza, la peggiore delle certezze: la Juve, con l’acquisto di Guarin, lo avrebbe fatto sì capire come è avvenuto, ma quantomeno avrebbe già sistemato la questione di dover sostituire il francese. Con il colombiano, appunto.
Adesso, con lo scherzetto dell’Inter, per la Juve si apre una fase, plausibilmente di sei mesi scarsi, in cui, nell’ordine:

-anche i muri sapranno che Pogba è sul mercato. Con ricadute per la tifoseria, ma anche per il francese.
-anche i muri sapranno che la Juve sarà alla ricerca di un sostituto, nella prospettiva della lama del coltello delle trattative. Il che metterà qualsiasi interlocutore, leggi società) in una posizione di potere. Si saprà che è la Juve nella posizione della necessità.
-anche i muri sapranno che il centrocampista cercato dai bianconeri, sarà preso per essere titolare, al posto di Pogba. Andrà pagato bene. Il che metterà qualsiasi interlocutore (leggi procuratore) in una posizione di potere.

Insomma, in un pomeriggio, dal prendere il sostituto di Pogba senza venderlo, è come se la Juventus fosse passata al vedere Pogba senza comprarne il sostituto. Da adesso in poi, la Juve dovrà alla sceneggiata interista il dover giocare una mano di poker al tavolo del mercato con le carte scoperte. Sì, c’è di che incazzarsi.

 

Ezio Azzollini