Nella lunga vicenda che ha visto protagonista la signora Wanda Nara, nella sua qualità di procuratore di Mauro Icardi, è sempre mancato un passaggio fondamentale: il pensiero del diretto interessato. Il quale, almeno fino a poche ore addietro, ha lasciato campo libero al proprio agente: i tweet, si sa, sono come le ciliegie, uno tira l'altro. Per lo meno, questo è stato l'andazzo ed il tenore delle richieste manifestate da Wanda Nara, fra una localizzazione in Francia ed una a Londra, infarcendo il tutto con una serie di sgoob - da leggersi alla Biscardi - offerte che, a dire della stessa, sarebbero arrivate sia sul tavolo di Piero Ausilio e, soprattutto, sulla propria scrivania.

Ci asteniamo, in questa sede, dal formulare giudizi deontologici o etici su un procuratore che, senza che l'Inter abbia non solo mai accettato alcuna offerta, ma nemmeno autorizzato lo stesso a trattare con altri, va ad ascoltare, forse a negoziare, con altri club, del trasferimento del proprio assistito che, fino a prova contraria, ha ancora quattro anni di contratto con l'Inter.

Su Wanda Nara, in ogni caso, abbiamo già dato (leggi qui): la novità è che, finalmente, Mauro Icardi si è espresso, dapprima utilizzando il social "di famiglia", pubblicando una fotografia che lo ritrae in maglia nerazzurra e citando uno slogan, bello quanto si vuole, ma che, se non suffragato da fatti, sempre uno slogan rimane, e successivamente, ha espresso il proprio punto di vista, abbandonando il limite irrisorio di caratteri che Twitter impone. Vivaddio!

Si impongono alcune riflessioni in merito all'Icardi-pensiero. Icardi dice: "Le voci non mi interessano e non do molto peso a quello che viene detto o scritto dai media". Alt, un momento. Il 90% delle voci di mercato che sono uscite negli ultimi 15 giorni provengono direttamente dal tuo procuratore. Quindi, se non ti interessano, puoi tranquillamente conferire con il diretto interessato. Cosa che, ad occhio e croce, accade quotidianamente.

Sempre il n° 9 dell'Inter: "L'obiettivo di tutta la mia famiglia è restare a Milano. Non ho mai nascosto che in questa città sto bene e lo stesso Wanda e i bambini. Milano è casa nostra. Per questo lei sta parlando con la società". Tralasciando i giudizi circa il mezzo di comunicazione utilizzato, se Wanda Nara, registrandosi in Francia, a Londra e chissà dove fra qualche giorno, crede di parlare con la società, molto umilmente mi limito a sottolineare che ci risulta che l'ufficio di Piero Ausilio si trovi a Milano, quindi avrebbe anche risparmiato sui voli. Che visto il reclamato aumento d'ingaggio, in questi tempi di ristrettezza, non è male.

Altro giro, altra corsa: "Io sono qua e sto bene qua. Lo dico sempre. Fino al 2019 ho un contratto con l'Inter, la mia squadra. Delle altre cose deve parlare la società". Diciamo che, per essere uno che dichiara di star bene, guardare "ogni anno" l'orologio con la scadenza e richiedere puntualmente prolungamento e riconoscimento, non è il più chiaro dei segnali che, in quel posto, si sta bene. Andrebbe sottolineato, inoltre, che la società ha parlato. In risposta al polverone sollevato dal tuo procuratore, caro Maurito.

Non è ancora finita: "Io sono interista. Molto interista. Questa è la squadra per la quale faccio il tifo e questi sono i miei colori. C’è un legame forte. Il calcio è un business e può succedere di tutto". Certo, il calcio è un business: infatti, circa un mese fa, l'Inter ha avuto un passaggio di proprietà epocale e si è in una fase di transizione, di riorganizzazione e ricerca degli equilibri. Che motivo c'è, quando ancora non sono stati definiti aspetti essenziali del nuovo assetto societario, di mettere in crisi un sistema che si sta costruendo in queste settimane? Forse Icardi ha intenzione di chiedere l'aumento ogni anno in cui supera la "doppia cifra" di reti realizzate? Ma, soprattutto, in questo modo, con il proprio agente che gira l'Europa offrendo, di fatto, il proprio assistito?

Mauro Icardi ha percepito che, in questo momento, in seno alla società si stanno risolvendo questioni un attimo più importanti e che, come già ha avuto modo di toccare con mano l'estate scorsa, appena i tempi saranno maturi, la società provvederà ad accontentarlo sul contratto? Evidentemente no.

La chiusura è da Oscar: "Il voto a Wanda come procuratore? Per adesso è 10". Caro Icardi, se davvero ami l'Inter, forse è il caso di rivedere la valutazione: ancora non ti è chiaro qual è il carico di problemi che il comportamento del tuo procuratore ha ingenerato in questa estate, già carica di complicazioni per il passaggio di proprietà, per le vicende legate alla costruzione della nuova squadra, quella di cui sei capitano - così tanto per ricordarlo - e quella che, appena 12 mesi addietro, ti ha rinnovato e adeguato il contratto, portandolo al livello dei più pagati in rosa. Ed ora, dopo "soltanto" 16 gol, sei qui a battere cassa nuovamente, utilizzando una metodologia quantomeno discutibile. Non parliamo della tempistica.

Caro Icardi, amare l'Inter è un'altra cosa.