Urlare “Walter Mazzarri” in una stanza affollata, potenzialmente, può far scoppiare un casino: qualcuno ironizzerà, qualcuno lo difenderà, qualcuno lo sminuirà, qualcuno lo definirà l'allenatore più sottovalutato di sempre. Pensateci: l'allenatore livornese è uno dei personaggi più divisivi del nostro calcio. Divide ovunque. Divide i tifosi del Napoli e dell'Inter, quelli che l'hanno conosciuto meglio. Divide gli osservatori, che gli riconoscono molti pregi ma che non lesinano a criticarlo ferocemente. Ha diviso anche noi, quando il collega Leonardo Pippa ha sganciato la bomba in redazione: “Mazzarri al Milan: che ne pensate?”. Visti i risultati di Montella e gli allenatori disponibili sul mercato, non sembra un azzardo. Dalla (lunga) discussione è nata una serie di domande. Rispondiamo. E fateci sapere anche la vostra.

1) Perché Mazzarri sarebbe la scelta migliore tatticamente?

Antonio Cristiano - Semplicemente perché il Milan ha gli interpreti giusti per il modulo di Mazzarri. Il suo miglior Napoli aveva tre discreti difensori (Aronica, Cannavaro e Campagnaro), due esterni di centrocampo (uno più difensivo, Maggio, e uno più offensivo, Zuniga), un regista (Inler), due mezzali (Hamsik, straordinario negli inserimenti, e Pazienza), una mezzapunta anarchica (Lavezzi) più Cavani. Basta sostituire le pedine per capire che è un modulo che ben si adatterebbe alla rosa del Milan.

Ciro Scalzo - Il Milan quest'estate ha cambiato molto, praticamente reinventando la rosa, andando a pescare sia dei giocatori in rampa di lancio (Kessiè, Conti), sia dei talenti non del tutto esplosi (Calhanoglu), sia dei buoni/grandi giocatori del campionato nostrano (Kalinic e Bonucci). I risultati per ora non sono stati esaltanti, ed uno degli appunti mossi più spesso dai detrattori di Montella è proprio relativo alla sua incapacità di schierare gli stessi 11 giocatori per due partite di fila (e con due moduli uguali, magari). Mazzarri si trova sostanzialmente dall'altra parte del mondo in quanto a voglia/capacità di schiodarsi dal suo 3-4-2-1: senza mezzi termini, Walter preferirebbe che la moglie andasse via di casa piuttosto che cambiare modulo. I giocatori, come ha detto Antonio, ci sono, e lavorare su un unico sistema di gioco non può far altro che bene ad una squadra alla disperata ricerca di certezze.

2) Mazzarri riuscirebbe a fare meglio di Montella nello spogliatoio?

Antonio Cristiano – Probabilmente sì. Lo dice la sua storia: è riuscito a mantenere in A una Reggina (mica la Juventus) che partiva con la zavorra di 15 punti di penalizzazione; è riuscito a portare in Coppa UEFA la Sampdoria e a gestire Antonio Cassano (non esattamente uno facile); il suo Napoli non mollava mai, e spesso – molto spesso – ha ovviato alle carenze tecniche con un cuore grande così (le tante partite recuperate nel finale, se non nel recupero, lo testimoniano). Certo, con l'Inter non è andata benissimo...

Ciro Scalzo - E' vero, con l'Inter non sono state tutte rose e fiori, ma anche lì si è trovato a gestire teste calde del calibro di Osvaldo (le sue litigate con Icardi se le ricordano tutti, credo) e Icardi (all'epoca campione emergente). Uno dei migliori pregi di Walter, è risaputo, sta nella sua capacità di mettere a proprio agio quasi tutti i suoi calciatori, riuscendo ad instillare nella mente degli stessi i concetti fondamentali del lavoro di squadra e dell'obbiettivo comune. Le sue squadre sono compatte e non si arrendono mai: i tifosi del Milan non chiedono altro dopo anni di vacche magre.

3) Mazzarri potrebbe risollevare una squadra che rischia di essere demotivata?

Antonio Cristiano - Ancora una volta, chiamiamo a testimoniare il Napoli: nel 2009/2010, dopo sette giornate, Mazzarri prese in eredità da Donadoni una squadra quattordicesima in classifica, con 7 punti in 7 partite, demotivata e senza gioco. Riuscì a scuoterli, a dargli voglia, a dargli gioco. Risultato: 15 risultati utili consecutivi, 8 vittorie e 7 pareggi, Champions annusata, campionato chiuso il campionato al sesto posto e la qualificazione in Coppa UEFA. Era il Napoli pre-Cavani, non dimentichiamolo: il Milan attuale, sulla carta, è molto, molto superiore.

Ciro Scalzo - Se c'è un allenatore in grado di dare motivazioni forti ai suoi (che non si chiami Antonio Conte, altro oggetto del desiderio della dirigenza rossonera) quello è Walter Mazzarri. Indimenticabili i casi di Johnathan e, soprattutto, quello di Gianluca Grava, passato dai margini della rosa a cagnaccio inamovibile, capace di non far toccare neanche un singolo pallone a Ronaldinho in un Napoli-Milan. Altri allenatori come Sousa o Tuchel (gli altri due in lizza per l'eventuale successione) non credo possano fregiarsi di tale capacità, anche se, chiaramente, Mazzarri non può fare miracoli. O forse sì.

4) Riuscirà a stringere un buon rapporto con la società?

Antonio Cristiano – Quello di Montella non sembra idilliaco: basterebbe questo. Mazzarri, però, ha dalla sua un buon rapporto con Fassone, che è stato il suo direttore generale per due anni al Napoli, dal 2010 al 2012, e per più di un anno all'Inter, fra il '13 e il '14.

Ciro Scalzo - Giustissimo ricordare il buon rapporto con Fassone, e ci aggiungerei anche il discreto rapporto che Mazzarri aveva con De Laurentiis, uno dei presidenti più vulcanici che abbiamo in Italia. A memoria non ricordo scontri fra i due di particolare rilevanza, ed anche la gestione dell'ultimo anno di contratto fu tutto sommato diplomatica. Mazzarri non è dotato di un ego smisurato e, solitamente, caratteri di questo tipo ben si sposano con l'egocentrismo tipico degli alti dirigenti, anche se, da un altro punto di vista, per una piazza così importante anche un allenatore carismatico (come sarebbe Carlo Ancelotti, per esempio) sarebbe un fit giusto. Ad ogni modo sono tutte chiacchiere da bar, visto che alla fine parleranno sempre e solo i risultati, indipendentemente da tutto.

5) Non influirà negativamente negativa la chiusura del rapporto con l'Inter?

Antonio Cristiano – No, anzi: essendo Mazzarri un allenatore dal carattere forte, quell'esperienza può dargli delle motivazioni in più. E se Mazzarri è molto motivato, la squadra non può che risentirne in positivo.

Ciro Scalzo - Dai tempi di Coco, Seedorf, Pirlo e tanti altri, gli interisti ed i milanisti non vedono l'ora di poter rinfacciare ai cugini di aver gettato alle ortiche un fuoriclasse per darlo, direttamente o indirettamente, a loro. Non credo affatto che la precedente esperienza di Mazzarri sulla panchina nerazzurra possa influire negativamente e, anzi, sono convinto proprio del contrario: riscattarsi nella Milano rossonera sarebbe una doppia goduria per il buon Walter.