di Ezio Azzollini
Sono serate come quelle di Milan-Palermo a rederti palpabile la certezza di quanto i milanisti fossero abituati a non sapere cosa fosse un attaccante, una punta, un bomber, uno degno di queste etichette. Uno che se la metti lì, c'è. Uno che anche se non la metti lì, qualcosa dal cilindro ti tira fuori. Uno che stacca di testa, come Sheva dei tempi belli. Uno su cui sai di poter contare, come Bacca, con l'importante fardello che fu di Ibrahimovic e che nessuno ha preso là dove era stato lasciato, appoggiato al muro qualche stagione fa, e pieno di polvere. Bacca quella polvere la sta togliendo. Presto per l'ottimismo, ma il Milan ha di nuovo un attaccante che può chiamare attaccante.
A proposito di Ibrahimovic: un Berlusconi in grande verve nel post partita commenta l'arrivo sfumato (o mai fumato) di Zlatan Ibrahimovic al Milan. A suon di tormentone "Zlatan voleva venire", è la serata ideale per la pezza a colore su una trattativa con tutta probabilità mai esistita nella testa di Zlatan, se parliamo di quello Zlatan. Canale Milan lo è andato dicendo per tutta l'estate, in beata solitudine, e anche con qualche spernacchiamento. Alla fine, come per tutte le cose, il tempo è stato galantuomo. Ora, è andata come è andata, ma non parliamone più. Specie se per parlarne si tessono pezze a colore di cui non c'è né necessità, né fondatezza.