Amauri Carvalho de Oliveira, attuale attaccante della Juventus è cosciente di vivere da separato in casa nella squadra bianconera, causa eccedenza di punte e visto l’impegno e la disponibilità a trattare che la dirigenza di Torino ha dimostrato verso i possibili richiedenti del brasiliano classe ’80.

Mettiamoci anche le numerosi voci che lo volevano come pedina di scambio sia qui che lì, per i numerosi obiettivi (alcuni già raggiunti, altri da perfezionare, altri ancora giusto da FantaMercato) della Juventus si capisce la poca considerazione che a Torino hanno di Amauri e la necessità quindi, per il brasiliano, di accasarsi sotto altri allenatori per la Stagione 2011-2012.
Il Calimero brasiliano cresciuto nel Santa Caterina è approdato in Europa nel lontano 2000, con il Bellinzona, la squadra svizzera dove, però, Amauri ha giocato solamente 5 match, senza mai entusiasmare più di tanto (ma siglando una rete). Nel 2001 arriva in Italia grazie al Parma che però lo gira subito al Napoli, poi in successione Piacenza, Empoli, Messina e finalmente Chievo, dove si fa notare con le sue 22 reti in meno di 100 gare con i veronesi.
La sua consacrazione definitiva (che attualmente risulta essere anche l’apice della sua carriera) è il Palermo, dove giunge nel 2006 ed in due stagioni sigla poco meno di 1 rete ogni due match giocati, questo gli permette di approdare alla Juventus dove, a parte la pubblicità di una famosa flotta turistica, non fa niente di eccezionale e nella sua esperienza in bianconero si contano 24 reti in 100 gare, troppo poche per un bomber sul quale la dirigenza torinese puntava per far tornare a vincere la Vecchia Signora, e cosi nella scorsa stagione a metà campionato si trasferisce a Parma, dove, ritrova la voglia di giocare e contribuisce alla salvezza degli emiliani.
Con 7 reti in 11 match dimostra forse che la sua migliore dimensione è quella di una squadra medio/piccola e cosi attualmente, nonostante sia ancora di proprietà juventina, è in cerca di gloria altrove.
Lo inseguono Parma, Fiorentina, Amburgo, Marsiglia, Galatasaray e nonostante la Juventus voglia venderlo e lui sia cosciente di dover andare via per poter tentare di riconquistare l’azzurro, faticosamente raggiunto dopo l’ottenimento della nazionalità italiana, il nodo principale resta l’ingaggio, dato che in bianconero riceve uno stipendio difficilmente replicabile (anzi forse neanche dimezzabile) dalle squadre sovra citate.
Certo, a molti viene in mente che pur di giocare e di far vedere il proprio talento, un giocatore potrebbe rinunciare a parte del proprio stipendio, ma nel periodo dove il contributo di solidarietà è visto come un eresia dai calciatori, e, soprattutto, nei giorni in cui Eto’o è in procinto di lasciare la squadra Campione del Mondo in carica per una sconosciuta società russa (che però ha enormi capitali da spendere), non ne sarei cosi sicuro…
 
Emanuele Colonna