La striscia di risultati utili della Juventus di Allegri si è allungata ancora, arrivando a 15 tra vittorie e pareggi consecutivi senza conoscere l'onta della sconfitta. A guardare così, freddamente, gli ultimi numeri dei bianconeri non si potrebbe che essere soddisfatti per il rendimento della formazione di Allegri nell'ultimo periodo, soprattutto dopo quell'avvio di stagione degno di un horror scritto da Stephen King e tramutato in film da Dario Argento.

La percezione di un ottimo periodo di forma e di una grande autostima era poi lievitata clamorosamente dopo lo sbarco di Dusan Vlahovic all'ombra della Mole e le prime prestazioni fornite nelle partite andate in scena dopo il doppio colpo di mercato. Nel derby di venerdì sera contro il Torino però tutto questo si è come volatilizzato, evaporato in una partita difficile sotto tutti i punti di vista: Allegri era costretto a rinunciare fin dal principio a Chiellini, Bonucci e Danilo oltre che al lungodegente Federico Chiesa, ma nel riscaldamento si è fermato anche Daniele Rugani, con il tecnico obbligato ad una difesa di assoluta emergenza con Alex Sandro centrale accanto a de Ligt, Pellegrini sull'out di sinistra e Cuadrado sul versante opposto. Durante il primo tempo della partita la situazione è poi peggiorata ulteriormente con Luca Pellegrini costretto a chiedere il cambio, materializzatosi poi all'intervallo, per un problema al ginocchio ed infine anche Dybala ha gettato la spugna, seppur a scopo prettamente precauzionale, nel corso della ripresa.

Oltre ai numerosi problemi fisici occorsi ai vari giocatori, i bianconeri non hanno brillato neppure sotto il punto di vista del gioco. Nelle prime uscite il tridente pesante Morata-Vlahovic-Dybala aveva stupito per l'intesa immediata che aveva raggiunto e per la qualità delle combinazioni messe in pratica, atte a sfruttare le migliori caratteristiche di tutti e tre i suoi protagonisti. Nella partita contro il Torino invece gli attaccanti juventini sono apparsi tutti in ombra con Vlahovic tenuto sotto controllo da Bremer, Morata più presente in fase di non possesso che in quella di ripartenza e Dybala non al top della forma.  A centrocampo la grande verve dei granata e la scarsa lucidità di Zakaria e Rabiot non hanno facilitato il compito ad un Locatelli spesso costretto a cantare e portare la croce, mentre in difesa, come già detto, la situazione era di assoluta emergenza e solo una titanica partita di de Ligt ha permesso che il punteggio non potesse essere ancora peggiore.

Le colpe di una battuta di arresto, almeno sotto il punto di vista del gioco, non sono certamente ascrivibili solamente ai problemi fisici ed alle serate non di grazia di alcuni giocatori, anzi. Anche Massimiliano Allegri ha certamente avuto una sua parte di responsabilità nel pareggio interno contro il Torino, con alcune scelte di formazione che non sono sembrate eccellenti fin dal primo minuto e che non hanno tenuto molto conto delle caratteristiche tecnico/tattiche degli avversari. Senza un secondo creatore di gioco a centrocampo gli atletici mediani di Juric hanno avuto vita facile nel convergere il pressing su Locatelli che, in assenza di Bonucci e Danilo, era l'unico in grado di dare un minimo di ordine alla manovra juventina, in più Zakaria è apparso quasi spaesato, come se non sapesse quali zolle andare a calpestare e che tipo di movimenti fare, mentre l'ingresso di McKennie nella ripresa ha dato, senza trascendere, un po' più di brillantezza su quella zona di campo.

In tutto questo non va dimenticato che la squadra di Allegri sta vivendo un periodo di grande transizione, con un'identità ancora praticamente sconosciuta e di cui si è visto solamente qualche sprazzo dopo il mercato di gennaio, per cui una serata storta può essere comprensibile senza doverne necessariamente fare un dramma o rimpiangere alcune scelte in chiave mercato. La speranza è che, appunto, si tratti unicamente di un episodio e che già da martedì sera, sfida ben più importante del derby, si possa tornare a vedere qualche passo in avanti verso la famosa "Juve di marzo" che negli anni passati aveva fatto tanto bene sotto la guida del tecnico livornese.