Nel calcio esistono tre risultati, vittoria, pareggio o sconfitta. Esistono poi anche i cosiddetti "modi" di portare a casa un risultato, sì può perdere a testa alta, così come si può vincere disputando una partita tutt'altro che eccellente.
Nel primo posticipo della ventesima giornata la Juventus ha perso decisamente male, ben oltre quanto mostrato e dimostrato dal punteggio. I bianconeri sono stati annichiliti per oltre un'ora dal pressing asfissiante ed intelligente della Fiorentina, con gli uomini di Sousa capaci di mettere in difficoltà i bianconeri già nella fase di creazione della manovra andando ad aggredire continuamente i portatori di palla juventini ed impedendogli i classici passaggi atti a liberare gli esterni o ad agevolare il compito di Claudio Marchisio come tessitore di gioco.
Un primo plauso va dunque fatto al tecnico Paulo Sousa, il portoghese ha dimostrato di aver studiato e capito alla perfezione lo sviluppo del gioco voluto da mister Allegri, creando una strategia di gara ad hoc per mettere in seria difficoltà gli avversari. Tuttavia nella sconfitta juventina di domenica sera non c'è spazio unicamente per la bravura degli avversari, anzi i Campioni d'Italia in carica hanno palesato diversi limiti, soprattutto dal punto di vista tecnico e caratteriale.
Partendo dal punto di vista tecnico la gara della Vecchia Signora è stata costellata da errori in fase di impostazione, con numerosissimi passaggi sbagliati e/o fraintendimenti tra i vari protagonisti, fino ad arrivare all'amarissima ciliegina sulla torta del tiro di Dybala, sparato alle stelle nei minuti finali del match. I limiti caratteriali invece si sono palesati soprattutto nella prima frazione, quando dopo i primi tentativi targati Fiorentina la squadra di Allegri non ha saputo fornire la giusta risposta, terminando con il farsi schiacciare nella propria metà campo, con l'atteggiamento tipico di un pugile che, vedendosi soverchiato dall'avversario, si mette sulla difensiva in attesa del "dolce" suono del gong.
La Juventus deve imparare la lezione, ripartendo dalla sconfitta di domenica. In particolare gli uomini di Allegri non si devono adagiare sulla netta supremazia tecnica rispetto alle altre compagini italiane, anzi assimilare il concetto che proprio per questa supremazia gli avversari, da ora al termine della stagione, non li vedranno più come imbattibili e non molleranno neppure un centimetro durante l'arco di tutti i 90'. I bianconeri non hanno assolutamente la garanzia della vittoria del sesto Scudetto consecutivo, anzi la débâcle della trasferta toscana ha ringalluzzito le speranze di Napoli e, soprattutto, Roma, che hanno visto il loro svantaggio assottigliarsi improvvisamente, al netto della gara che la Juventus dovrà recuperare contro il Crotone.
Allegri dovrà dunque pretendere una pronta reazione d'orgoglio da parte dei propri giocatori, magari scoprendo che l'attuazione del 4-3-1-2 con Pjani? nel ruolo di trequartista è la migliore soluzione dopo la batosta di ieri sera, accantonando definitivamente il 3-5-2 che pur ha regalato molti successi nelle ultime stagioni.