La solfa è sempre la stessa: "Si lotta su tre fronti".
Si fregi chi può di tale massima perché il tempo svanisce all'ombra della sua illusione.
Il reboante detto che più siamo abituati a sentire, percepire, leggere è "magicamente" uguale da quell'epilogo d'agosto contro il Siviglia; rinfresco in un 31 d'arsura; smodato, a distanza di quello che ormai è un lustro di mezze inadempienze.
Inadempienza è il termine che (non) ci piace, mancata esecuzione di una prestazione, ma solo se accompagnato da quel "mezzo" che ci rende consci, seppur in malo modo, qualcosa s'è fatto.
Qualcosa ha fatto anche la pazienza di chi scrive e percepisce malumori, scomodando, appunto, storia, tradizione e palmares, ma qualcosa "stona" anche; ciò che quasi mai si era visto dalle parti che furono di una settantina di trofei, (...) così, per non perdere l'abitudine.
Oggi si è vinto, domani si vincerà ancora e si continuerà a farlo, ma la rabbia, le urla, il richiamo a denti stretti di quei Dei mai scomodati, fanno credere che l'impressione di un malessere sia condivisa anche da chi, con accento toscano, giacca, cravatta e mocassino sportivo impartisce ordini da bordo campo.
L'ultima volta che tali malesseri si percepivano, l'uomo, distinto, elegante e "inventore" si chiamava Alberto Zaccheroni. Un uomo, un mister, tutto d'un pezzo, accontentato, deciso nei suoi schemi e freddo nelle scelte. Gli fu garantito un acquisto per ruolo e carta bianca sui "senatori da scomodare". Mai nel cuore di tifo e dirigenza ma rebus sic stantibus, un vincente.
Quei 12'' d'anticipo per dirigersi nel tunnel degli spogliatoi dicono tanto, troppo forse. Dicono che ieri qualcuno ha tremato, lasciano intuire che non siamo più soli a ritenere esaurita la pazienza di chi per anni ha operato in prima persona e oggi vorrebbe dare l'impressione di non curarsi.
Un asse d'attacco da dimenticare presto, una trequarti da far sparire subito. Una sensazione di noncuranza nella scelta degli interpreti chiesti. Se esistono tecnici bersagliati perché non "accontentati" dai propri presidenti, qui sembra che al tecnico non importi proprio nulla; -e non raccontateci- che oggi un Lazzari avrebbe avuto esito differente di un Urby qualsiasi.
Manca uno schema vincente, la voglia di vincere è ben altro, ed è solo nei sentimenti di chi ha voglia di rivalsa, perché la possiede e non si nasconde nel professarla.
Tra un giorno c'è l'Arsenal, servirà ben altro che rabbia!
Fabio Guzzo