“Questo stadio è inimitabile. Se lei gira lo sguardo e guarda queste gente meravigliosa al suo posto. È tanto di cappello a questa città.”

Claudio Garella pochi minuti dopo il triplice fischio che decretò la conquista del primo scudetto del Napoli

 


Se dovessi scegliere una cosa, una soltanto, da ricordare di Claudio Garella, sceglierei quelle parole pronunciate con riconoscenza e tenerezza durante una festa attesa sessant’anni e subito sentita da tutti quelli che, proprio come Garella, contribuirono a vivere con l’ebbrezza e la felicità di ogni soddisfazione senza precedenti.

La stanchezza di un uomo che durante quelle prime dichiarazioni confessa di aver vissuto con difficoltà, insieme alla moglie, un trasferimento non semplice riassunta nel sorriso stremato di una corsa lunga mesi e mesi che, conquistata da una gioia collettiva di così grande portata, restituisce alla propria contentezza quella di una folla in cui “ognuno è al suo posto”.

Una commozione che caratterizzò una pedagogia popolare in grado di infondere entusiasmo in tutti quelli che in quegli anni avevano lavorato alla costruzione di quell’impresa. Una città che si fece trovare pronta, perché da sempre desiderosa di qualcosa che a lungo era stato percepito come una chimera.

Claudio Garella imparò col tempo cosa Napoli avrebbe potuto dargli, riconoscergli, tanto quanto lui avrebbe fatto con la sua professionalità schietta e razionale, a volte manifesta come un analitico intellettuale del frangente. E, ogni volta che la mente torna a quei momenti, si fa più forte la convinzione che la reciproca conquista fu l’elemento primario per il raggiungimento di quel risultato. E il portiere proveniente dallo scudetto veronese fu senza dubbio tra gli artefici di questa simbiosi.

Con Garella va via l’altro portiere degli scudetti del Napoli. La scomparsa dell’ex calciatore torinese si aggiunge a quella di Giuliano Giuliani, protagonista tra i pali del secondo tricolore partenopeo, deceduto a soli 38 anni. Entrambi erano finiti all’Udinese dopo aver lasciato Napoli. Ed entrambi, adesso, non ci sono più.

Resta una grande tenerezza, tipica di quel sentimento infantile che resta tale pure in età adulta. Claudio Garella è ancora lì, con lo sguardo estasiato e perso tra quella “gente meravigliosa al suo posto”.