Nel Milan, i più grandi colpi di mercato negli ultimi venticinque anni li hanno sempre fatti pre-accordandosi col giocatore. Van Basten, Gullit, Papin, Weah, Shevchenko, Kluivert, Ibrahimovic, Rui Costa, Redondo, solo per citarne alcuni, certi di dimenticarne molti.
Agli inizi della presidenza Berlusconi, tale tattica sportivo/aziendale era considerata scorretta, poi col tempo la concorrenza iniziò a capire che nulla può esserci d’invalidante nel proporre a un potenziale dipendente il futuro contratto di lavoro. La pratica riuscì a evolversi, e anche i primi detrattori del servizio poterono ricredersi e praticare tale "mal costume".
Oggi, ciò che salta all'occhio dalla trattativa Tevez/Milan-City-(Altro), è un qualcosa di (poco) anomalo, davvero buffo. Nella modalità: Il Milan prende Tevez, la stampa è subito stata pronta ad affermare senza remore, epiteti quali: "Soldi buttati, già candidato al bidone d’oro, inutile alla causa Milan, campione potenziale eterno e mai esploso, non campione, Pato o Robinho in vendita, l'ora del ridimensionamento per il Milan". Nella modalità: Il Milan non prende Tevez, a maggioranza, molti, pronti ad affermare con altrettanta poco sagace convinzione: "Il motivo riguarda la mancanza dei fondi, ora del ridimensionamento, la concorrenza ha più possibilità, il PSG è superiore, Tevez non vuole il Milan, serve una punta o anche due, sgarbo, torto, sgambetto, sarebbe stato buono." Cambiando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia. Muta leggermente ma di certo non cambia.
Forse inutile ricordare che il Paris Saint-Germain, a oggi, mettendo in relazione i bilanci dell’ultimo biennio, accumulerebbe un passivo vicino ai 100 milioni di euro. Rammentando che l'anno dopo dovrebbe giustificare tale cifra e riportarla ai massimi stabiliti di 45 milioni di euro. Forse inutile ricordare che la Juventus, da molti indicata coma alternativa a francesi e connazionali, oggi a bilancio ha sei attaccanti, di cui tre quasi mai presenti in campo con una media di tre milioni netti di stipendio. Forse inutile rilevare ancora una volta che il Manchester City con un passivo di 250 milioni non può permettersi di fare mercato, Etihad Airways a parte, sono gli altri che possono far mercato ai suoi gioielli.
Forse, o forse no.
Inoltre: Pato, Ganso, Silva, Boateng, Tevez, Drogba, Menez, Pastore, Kaka, Inzaghi, Abate.
Questi giocatori in comune hanno un curioso "avvenimento", fanno tutti parte dei torti/sgarbi/interessamenti sull'asse Milan-Psg-Inter da quando è subentrato Leonardo come antagonista rossonero nell'immaginario mondo giornalistico italiano.
Dobbiamo soffermarci ancora su tale tesi o sarebbe meglio provare ancora una volta, sperando sia l’ultima, a considerare, come spesso la carta stampata italiana, la forza d'intelletto del giornalismo internauta e l'approfondimento sportivo televisivo non hanno proprio nulla di meglio da fare che "Spararla"?
Fabio Guzzo