Di Monia Bracciali
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Calciatore terrorista e terrorista calciatore. Difficile capire quale fosse il "lavoro" prioritario di Nizar Ben Abdelaziz Trabelsi. Di certo c'è che nel 2001, l'attaccante tunisino dello Standard Liegi e del Fortuna Dusseldorf è stato arrestato con l'accusa di aver collaborato con Al Qaida e per aver partecipato all'organizzazione di un attentato alla base militare americana "Kleine Brogel", in Belgio. Due anni fa, è stato estradato negli Stati Uniti ma a settembre dell'anno scorso la Corte europea preposta, ha riscontrato nella sua espulsione una violazione di un articolo contenuto nella Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Attualmente Nizar, dopo 12 anni di carcere, vive a Washington, da uomo libero.
La figura di Trabelsi è rimasta ambigua per molti anni: mentre eccelleva nel suo ruolo di attaccante nei campi di calcio, era uno dei tanti uomini, agenti segreti, al soldo di Al Qaida. Del tunisino si hanno pochissime informazioni. Nato a Sfaxs – il maggior polo industriale della Nazione - nel 1970, ha iniziato la carriera proprio nell'anonimo club locale dello Sfaxes. La sua chiamata per l'Europa arriva quando gli osservatori dello Standard Liegi – allo stadio “7 novembre” più per caso che per chiaro intento o forse chissà – lo vedono giocare una signora partita. È il 1989, un anno cruciale, forse la genesi della carriera da calciatore e terrorista per Trabelsi. Fatto sta che in Belgio l'attaccante si comporta benissimo, proprio ad inizio degli anni Novanta quando Al Qaeda inizia a reclutare uomini e a ramificarsi in tutti i contintenti. Questo il momento in cui – sembra – il giocatore entra in contatto con Bin Laden, attraverso l'intermediario Jamel Beghael. Non sono noti i dettagli di quell'incontro, se non che è il primo di altri che arriveranno poi. Poco ma sicuro, il tunisino promette subito fedeltà alla causa. I dati sono confusi ma dopo un anno a Liegi, Nizar si trasferisce al Fortuna Dusseldorf che lo considera pronto per la Bundesliga. Il tecnico Alexander Ristic stravede per questo attaccante che in area ci sa fare, è un ragazzo simpatico e disponibile; e decide che è proprio lui la spalla ideale del maturo Frank Mill.
Sono anni convulsi. Trabelsi infatti, nel lungo periodo, non riesce a coniugare le due attività, quella di giocatore e quella di agente segreto. Viaggia moltissimo: torna spesso in Tunisia, vola in Afghanistan e in Sudan. Inevitabile il calo di rendimento e la panchina. Nel '92 si concretizza il passaggio nelle categorie minori del calcio tedesco, nel Wuppertaler SV. Nizar però non riesce mai a riprendersi del tutto fisicamente e per rialzare la testa nella sua carriera da attaccante, si affida alla cocaina. Nel '95 però cade nella rete dell'antidoping e viene arrestato. Il Trabelsi calciatore termina qua, il Trabelsi terrorista continua a seguire il progetto di Bin Landen.
L'11 settembre il tunisino avrebbe dovuto occuparsi della missione kamikaze nella base militare americana, situata nel piccolo comune di Peer in Belgio. A far saltare i piani, il telefono ormai sotto controllo da tempo ma non per sospetti di terrorismo quanto per rapporti ambigui con alcuni spacciatori di droga. L'ex attaccante del Fortuna Dusseldorf viene quindi arrestato in un appartamento a Uccle, vicino Bruxelles, il 13 settembre del 2001. Di fronte ai giudici il tunisino conferma le accuse: "Sì, sono colpevole – si pronuncia – Pagherò. Amo Osama Bin Laden, lo considero mio padre e non rinnego le mie opinioni religiose".
Nel 2003 il tribunale belga lo condanna alla massima pena prevista in questi casi, dieci anni. Segue l'estradizione negli Usa, lo stop dell'Unione Europea, il ritorno ad una vita più ordinaria.
Sia Standard che Fortuna però, hanno invece "ucciso" tutte le tracce del passaggio di Trabelsi nei due club. A Dusseldorf, nella sala trofei, è stata rimossa la foto di gruppo della stagione 1989-1990. La squadra di Liegi, invece, ha optato per la distruzione virtuale nel suo sito, come Nizar non avesse mai giocato per loro.
Fonti:
Le Monde
Youtube
"Da Marrakech a Baghdad: viaggio nel calcio di Allah" - L. Guelpa