Uno di quei talenti calcistici che si sono persi per strada, quando l'esplosione era in corso d'opera e tutto lasciava presagire ad una carriera luminosa, così possiamo riassumere brevemente l'attaccante Vincenzo Palumbo.

Nato in Germania nel 1974, ma italiano e con tanti anni trascorsi a Roma, dopo i primi anni calcistici all'estero, a metà degli anni novanta viene ingaggiato dallaFidelis Andria, club pugliese con il quale si mette in luce in serie B.

E' l'Empoli che nell'estate si assicura le sue prestazioni e gli fa firmare il contratto, ma il talento Palumbo non trova spazio in serie A con i toscani, dovendosi accontentare di entrare dalla panchina per scampoli di partita.

Nella stagione 1998/99 durante il calciomercato di novembre, è il Pescara in serie B a bussare al suo agente, per richiedere l'attaccante italo-tedesco, Palumbo dal suo canto accetta di lasciare la serie A con poco spazio, sapendo che in riva all'Adriatico potrà giocare.

Alcuni goal di Palumbo in B nel Pescara, su tutti la sforbiciata contro l'Atalanta



Il suo periodo migliore a Pescara

Con la maglia biancazzurra c'è subito feeling per Palumbo, che debutta in Pescara-Ternana entrando dalla panchina, riuscendo a trovare il tempo di andare subito in goal nella vittoria sugli umbri.

In quella seconda parte di stagione nel Pescara, realizza 4 goal e contribuisce a portare il delfino ad un passo dalla serie A, sfumata per un solo punto sotto la gestione di mister De Canio.

Nel campionato seguente 1999/2000 torna Giovanni Galeone sulla panchina del Pescara, e si sa che con il suo 4-3-3 gli attaccanti vengono esaltati, nonostante il "Profeta" inizialmente consideri l'attaccante una riserva.

Palumbo non si perde d'animo, già in coppa Italia fa vedere il suo valore e firma una doppietta alla Juve Stabia all'Adriatico, quindi in serie B entra a partita in corso contro la Fermana sul punteggio di 1-2 ed il Pescara cambia marcia, con il suo guizzo che vale il sorpasso del 3-2.

I tifosi pescaresi lo prendono in simpatia e più volte risuona allo stadio un coro in suo onore, che recitava così: "Palumbo che fa goal, Palumbo che fa goal, Palumbo che fa goal, la Nord esulta".

Il tecnico Galeone capisce che l'attaccante ha talento ed è valido, così arriva a schierarlo titolare e Palumbo ripaga la fiducia del mister, chiudendo la stagione biancazzurra con 10 goal (7 in serie B e 3 in coppa Italia).

Il passaggio al Palermo ed il declino

Nel campionato 2000/2001, l'attaccante si appresta a vivere la sua terza stagione in biancazzurro, il campionato non parte bene per il delfino e la classifica piange, così nel mercato di gennaio arrivano le sirene di Genoa e Palermo a tentare il calciatore, che lascia a malincuore Pescara per approdare in una grande piazza.

In Sicilia c'è il progetto di Zamparini, che punta a risalire dalla C1 fino alla serie A, con Palumbo che diventa il terminale offensivo dei rosanero, ma firmerà soltanto una rete alla Viterbese.

E' nella stagione seguente che iniziano i problemi, Palumbo si presenta in ritiro con qualche chilo di troppo e rifiuta di pesarsi, facendo infuriare il tecnico Mutti ed in seguito sparisce letteralmente e non da più sue notizie.

Al suo tardivo rientro, le giustificazioni si basano su un incidente stradale e sulle cure da prestare ad un fratello paralizzato, la società rosanero tuttavia lo perdona e lo mette sul mercato nell'annata 2002/2003.

Il clou si raggiunge una notte in cui la sua Bmw viene data alle fiamme, Palumbo finisce in un giro di spaccio e salta fuori un filmato, è il colpo di grazia alla sua carriera, dalla chance Palermo si ritrova a ripartire dal Lecco, in seguito Torres e poi Pisa in serie C1 fino al 2007.

Il resto è storia recente , di un attaccante che non ha perso il vizio del goal, anche se deve ormai accontentarsi delle serie minori, ma anche oggi a 41 anni, il nome di Palumbo figura ancora tra i marcatori, il rimpianto resta di un talento sciupato e che con una vita più controllata avrebbe fatto parlare di se anche in serie A.