Siamo arrivati alle semifinali di questa bella Coppa del Mondo 2018 in Russia. Anche senza l'Italia ce lo stiamo godendo perchè il calcio è bellissimo e il Mondiale e la sua espressione più alta e quella che coinvolge più persone. Dopo quasi un mese di partite emozionanti siamo arrivati alle semifinali dove sono rimaste solo quattro nazionali e bisogna iniziare a pensare a chi vincerà e alle conseguenze della vittoria per i prossimi quattro anni e mezzo (si giocherà in inverno in Qatar).

Ecco quindi stilata una graduatoria, assolutamente non oggettiva, delle quattro nazionali classificata dalla più simpatica, o quella che sarebbe meglio vincesse la coppa, a quella più antipatica, che farebbe meglio a perdere semifinale e finalina.

1) CROAZIA

Vogliamo tutti bene alla Croazia (tranne quando la leggiamo nella formazione della Jugoslavia unita, ha stancato). Ha la più bella maglia per nazionali da sempre, è una meta turistica gettonatissima ed è la semifinalista con più "italiani": Strinic, Brozovic, Badelj, Perisic e Mandzukic. E soprattutto c'è lui, Luka Modric, il miglior giocatore di questi Mondiali. E' dura la vita all'ombra di Cristiano Ronaldo, ma dopo anni ad essere l'indiscusso e troppo poco discusso numero 3 del calcio mondiale, è salito alla ribalta ed è il favorito nella corsa al Pallone d'Oro. ma Modric non è solo forte, è un leader che sta guidando una nazionale partita senza favori del pronostico ad abbattere ogni ostacolo, si spera fino all'ultimo. La Croazia ci piace più di tutte.

2) BELGIO

Come la Croazia ha il grande merito di non aver mai vinto la Coppa e questo rende simpatico il paese dei waffle e della capitale dell'Unione Europea, Bruxelles. Certo, sentire fini osservatori ormai da anni dire di aver scoperto la nazionale del Belgio, composta quasi interamente da giocatori titolari in squadre da Champions, non aiuta, ma i diavoli rossi restano simpatici. Hanno tanto talento, tantissimo, tanto da dover decentrare uno come Mertens e chiedere a Carrasco (perchè è in Cina?) di fare l'esterno nel centrocampo a cinque. E poi c'è Fellaini, un uomo ingiustamente sottovalutato per via dei suoi capelli, ma che da essi trae forza per spaccare le partite come contro il Giappone. Infine, non meno importante, hanno fatto fuori il Brasile del super simulatore Neymar che ha straperso il confronto con Eden Hazard. Il Belgio ci piace, anche se un po' meno della Croazia. 

3) FRANCIA

Di solito i nostri cugini sono i più odiati insieme alla Germania, ma non in questo caso. Sono partiti, stranamente, senza dichiarazioni spocchiose, nonostante avessero il roster più completo e forse più forte della competizione. La situazione è un po' cambiata dopo le vittorie su Argentina e Uruguay, ma sono comunque molto meno fastidiosi di altri. Inoltre, tolta la rivalità da italiani bisogna riconoscere che hanno una squadra giovane e di talento, che Mbappè quando parte ci incanta, che Kantè è un giocatore stratosferico e che Pavard ci ha regalato il tiro più bello dei Mondiali. A patto di non incontrare francesi che non siano Eva Green nei prossimi mesi, la vittoria dei galletti può essere accettabile. Non ci piace particolarmente, ma meglio di altri.

4) INGHILTERRA

Affermare che inorridisce l'idea di leggere e sentire, per quest'estate e i prossimi mesi, che il calcio è tornato a casa, è voler fare un quadro eufemistico della situazione che si andrebbe a creare qualora vincesse l'Inghilterra i Mondiali. La verità è che potremmo non sopravvivere e finiremmo col dover eliminarci dai social e abbandonare il calcio (si seguirà strettamente e asetticamente la Serie A per il Fantacalcio). Questo desiderio di mostrare di essere i proprietari del calcio gli inglesi la hanno sempre avuta, solo per il fatto di aver organizzato i primi tornei ufficiali e non di averlo inventato, come sostengono. Un irragionevole senso di superiorità avvertito oltre la Manica da tutti quelli che oggi sostengono che il campionato inglese sia il migliore e invece non è così neanche lontanamente, ha solo il pregio di sapersi vendere meglio. Nonostante la canzone di cui sotto, cantata nel '96 e riproposta nel '98 e nel 2010, non è mai tornato a casa nessuno. Non possiamo che sperare sia così anche nel 2018.