Dopo aver scontato la squalifica di un anno poi ridotta a 4 mesi per omessa denuncia nell’ambito del processo sportivo per lo il calcio-scommesse , Antonio Conte è pronto a sedersi nuovamente sulla panchina della Juventus domenica pomeriggio contro il Palermo.
L’Ultimo Gladiatore, epiteto coniato da Alvise Cagnazzo e Stefano Discreti autori della sua biografia, incrocerà nell’agone del Barbera un lottatore affamato che farà di tutto per “dargli il bentornato” e affondare il colpo decisivo. Stiamo parlando di Fabrizio Miccoli trascinatore unico e indispensabile per la squadra di Gasperini. Un giocatore che negli ultimi anni ha dato prova di giocare con il sangue agli occhi tutte le volte che incrocia i bianconeri. Domenica pomeriggio il duello avrà un sapore particolare, perché tra i due leccesi doc non corre certamente buon sangue.
Le recenti dichiarazioni di Miccoli: Conte? come compagno, ho un bellissimo ricordo, perché passavamo molto tempo insieme. Io arrivavo molto giovane, lui è leccese come me, quindi fu un punto di riferimento. Sono successe delle cose di cui non mi va di parlare, si è incrinato il rapporto e non ci siamo chiariti come avremmo dovuto. Se ci sarà tempo lo faremo, ma ora non ho nessun problema. Al di là dei rapporti bisogna solo fargli i complimenti, perché è il campo che dà i giudizi, lasciano intendere che tra i due ci siano delle ruggini che risalgono probabilmente al 2008, anno del processo Gea.
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Stagione 2002-2003. Il Romario del Salento, già acquistato dalla Juve, aveva appena concluso un’ottima annata in prestito al Perugia. Stando a quanto emerge dalle dichiarazioni in sede processuale dal capitano del Palermo chiamato a testimoniare, Miccoli avrebbe ricevuto una telefonata da parte di Antonio Conte in cui veniva esplicitamente invitato a cambiare procuratore per affidarsi alla Gea (il rifiuto ad entrare a far parte della società gestita da Luciano Moggi e Davide Lippi, fu il motivo scatenante di quella che poi Miccoli definì una “tragedia” della sua carriera calcistica. Ai margini della squadra, nonostante il buon rapporto con Conte anche lui leccese, fu minacciato a fine stagione di trasferirsi al Portsmouth. Se non vai dove ti dico io smetti di giocare, in Italia non ti vuole nessuno. In Nazionale ci sei andato perché ti ci ho mandato io avrebbe intimato l’allora numero uno della Triade bianconero, Luciano Moggi).
Il tecnico bianconero interrogato nell’ambito del processo Gea dichiarò: con Miccoli sono stato a cena una sera a casa; c'erano lui, la moglie e il suo procuratore Caliandro, mi chiesero un'opinione sul problema del rinnovo e sulla possibilità di poter gestire il giocatore insieme ad Alessandro Moggi. Io dissi la mia ma non mi interessai più di tanto. Mi chiesero di intercedere con la Juve. Una versione dei fatti completamente opposta quella perpetrata da Conte, a cui replicò prontamente l’attaccante rosanero: volevo cambiare agente, però c'era anche il mio! Sono matto? Mi sembra una cosa assurda.
Un rapporto tormentato che nel corso degli anni in seguito a dei piccati “botta e risposta” si è inevitabilmente incrinato: un giocatore di basso livello. Ho risposto già su questi argomenti a chi di dovere. Per me nel calcio esistono i calciatori e i giocatori. Zidane e Del Piero sono calciatori. Miccoli è un giocatore di basso livello. Se avesse la testa come ha i piedi sarebbe stato un buon giocatore.
Per me Conte è un pagliaccio, così rispose l’attaccante del Palermo, conoscendo che persona è, starà gufando Ranieri perché pensa di andare alla Juve.
Una singolar tenzone, che domenica potrebbe regalarci l’ennesima e inutile polemica.
A meno che, Fabrizio Miccoli non decida di far parlare solo il campo, regalando l’ennesimo dispiacere alla Juventus.