Da El Botija (soprannome dell'uruguaiano ai tempi delle giovanili del Salto e del Danubio, per via dei lineamenti infantili e quasi femminei e del fisico non certo portentoso) a El Matador; questa la trasformazione di Edison Cavani, che nella sua carriera calcista ha vissuto sempre in crescendo, non rallentando mai ed anzi, migliorando di anno in anno (si parte dal 2005 con la maglia della squadra uruguaiana del Danubio, per poi passare per Palermo, Napoli e, quest'anno,  Paris Saint-Germain) le proprie prestazioni, fino a diventare, a detta di molti, uno dei maggiori Campioni che la Repubblica orientale dell'Urugua abbia mai sfornato.


Ma si sa, oltre alle buone prestazioni ed ai gol, un Campione si giudica spesso anche per i succesi che raggiunge e fin qui Edinson non può dirsi certo soddisfatto, pur considerando il crescendo di cui sopra, che lo porta negli anni ad aggiudicarsi Campionato uruguaiano (2007), Coppa Italia (2012), Coppa di Lega e Campionato francese nel 2014, a livello internazionale il bomber di Salto conta solo la Coppa America 2011, vinta per giunta, senza quasi mai giocare, visto l'infortunio patito nella seconda giornata della competizione.

 

E' per questo che Cavani è alla ricerca di un successo a livello internazionale in cui il ruolo di protagonista sia parzialmente di suo appannaggio, ed il Mondiale brasiliano, per certi versi può offrirglielo.

La compagine dell'Uruguay, attualmente, sembra una delle migliori mai sfornate dalla Nazione sudamericana dai tempi del primo Mondiale vinto (1930); il partner d'attacco (Suarez) sembra l'ideale compagno del giocatore del PSG, mentre nel reparto centrale ed arretrato, la Celeste può contare molti giocatori di esperienza che militano nelle principali squadre europee (Muslera, Godin, Gimenez, Rodriguez e Caceres, tanto per dirne alcuni). Inoltre, motivo in più per crederci, è il ricordo del Mondiale 1950 giocato proprio in Brasile; quel Maracanazo evoca incubi solo ai brasiliani, mentre per gli uruguaiani è fonte di giubilo, e, immaginare un bis, sarebbe più che divino.

In attesa di vedere quel che sarà, speriamo solamente che l'attaccante si ricordi che deve molto della sua crescita calcistica alla nostra Nazione, e che quindi non infierisca troppo contro di noi.

 

E.C.