di Silvestro Giaquinto
La corsa al secondo posto, con la Fiorentina quarta distante 7 punti dalla Roma e 6 dalla Lazio e in svantaggio negli scontri diretti con entrambe, sembra una lotta riservata alle due compagini capitoline che si daranno battaglia in un testa a testa lungo sette giornate prima della probabile resa dei conti il 24 maggio nello scontro diretto in programma alla penultima di campionato. I biancocelesti di Pioli volano sulle ali dell’entusiasmo: 7 vittorie consecutive, un calcio spumeggiante, la voglia di continuare a stupire e raggiungere un traguardo insperato ad inizio stagione oltretutto giocando un brutto scherzo ai rivali cittadini. Il 2015 della Roma iniziava con la vittoria ad Udine per 1-0 e il -1 dalla Juve, poi il derby di andata finito 2-2 salvato da Totti. Dopo la vittoria a Cagliari e i giallorossi, che avrebbero potuto contare contro il Parma sugli arrivi di Gervinho e Doumbia, a +12 sulla Lazio, sesta in classifica, nessuno avrebbe potuto pensare a tale duello per la seconda piazza. Ma i 4 punti in campionato degli uomini di Garcia nelle successive cinque partite e i contemporanei 15 punti della banda di Pioli hanno portato all’attuale situazione: +1.
Un +1 che è rimasto tale nelle ultime due gare dove non si è consumato un catastrofico (per i giallorossi) sorpasso. Protagonisti due dei giocatori più criticati nell’ambiente romanista per le loro prestazioni: Daniele De Rossi firmava l’1-0 al Manuzzi di Cesena, Miralem Pjanic il ritorno, dopo 4 mesi, ad una fondamentale vittoria all’Olimpico, con un altro 1-0, contro il Napoli pochi giorni fa. Il tutto dopo la dura contestazione alla squadra sotto la Sud in occasione dell’inaccettabile 3-0 nel ritorno degli ottavi di Europa League contro la Fiorentina. Qualcosa che somiglia incredibilmente a quella rinascita che si era vista all’inizio della scorsa stagione: la finale di Coppa Italia persa il 26 maggio, le contestazioni a giocatori e dirigenti a Trigoria e in ritiro a Riscone di Brunico, De Rossi e Pjanic da quasi partenti (dopo i problemi con Zeman e il comunque scarso rendimento con Andreazzoli) a punti fermi del centrocampo del nuovo allenatore Rudi Garcia che iniziava la sua avventura alla Roma catapultandola nella storia: 10 vittorie di fila in avvio di campionato.
“Il fatto che quel giorno Daniele De Rossi avesse segnato il primo gol della stagione della Roma ebbe un bellissimo significato simbolico. Daniele venne festeggiato da tutta la panchina, che si lasciò andare a una gioia incredibilmente contagiosa. Nessun giocatore mancò all’appello quando De Rossi corse verso di noi per celebrare la sua rete: né gli undici in campo, eccettuato forse De Sanctis, che se ne restò in disparte manifestando comunque la sua esultanza, né le riserve. Anche i membri dello staff tecnico espressero tutto il loro entusiasmo. Era il gol di De Rossi, ovviamente, ma anche di un’intera squadra, anzi, di un’intera città”.
(Rudi Garcia, Tutte le strade portano a Roma)
Come a Livorno così a Cesena. Con un altro inserimento in area di un centrocampista, questa volta Pjanic, il gol che ha invece piegato il Napoli e permesso ai tifosi giallorossi di tornare a cantare “Grazie Roma”. Il riscatto del bosniaco che se l’è presa, in un’esultanza tanto diversa dall’esplosione di gioia di De Rossi, con chi ha chiacchierato troppo negli ultimi mesi. Gol del riscatto come quello che realizzò - magnifico - alla seconda giornata dello scorso campionato nel 3-0 al Verona. Dopo De Rossi, Pjanic. Di nuovo. Un’esultanza comunque altrettanto bella: anche dalla panchina sono corsi ad abbracciarlo a dimostrazione dell’unità e compattezza di questo gruppo. C’era finalmente anche Balzaretti: lui, Totti e De Rossi, oltre a Castan (con Pjanic e Florenzi che restarono a guardare in panchina) sono gli unici reduci dalla debacle del 26 maggio, ma anche delle storiche 10 della rivalsa. Il terzino giallorosso, che decise il derby che rimise “la chiesa al centro del villaggio”, può a questo punto pensare di esserci anche il 24 maggio, come potrebbe farcela per il finale di stagione il guerriero brasiliano. Tutte da verificare le loro effettive condizioni per scendere eventualmente in campo, ma anche la panchina sarebbe una favola dopo i calvari affrontati.
Si è ancora comunque lontani dal rivedere la piacevole Roma dello scorso campionato. I giallorossi contro il Napoli hanno dimostrato però di saper lottare e di avere grinta, voglia e la giusta cattiveria. La Lazio in questo momento è probabilmente la migliore squadra del campionato: da inizio gennaio ha messo a segno 26 reti in 13 partite. Nessuno come lei. La Roma solo 12, tre volte di meno. Inutile guardare i calendari delle due squadre, l’importante ora è pensare una finale per volta (e senza coppe c’è tutto il tempo per farlo al meglio): domenica si va all’Olimpico di Torino dove nella scorsa stagione, si fermò, non senza polemiche, la striscia record di vittorie della Roma. Dove stavolta non ci si può fermare se si vuole arrivare, chiudendo il cerchio, alle 10 che significherebbero Roma seconda e davanti alla Lazio.