...Cantava Caterina Caselli. E canta oggi, a malincuore, e col groppo in gola, un popolo intero, a Te, Pippo.

Arrivederci, amore, ciao...Ed a rivederci, ma davvero, Pippo. Perchè, è giusto così: che tu vada a perseguire la tua pluriennale epopea del gol altrove. Ma che, sappilo, sarà giusto e inevitabile tornare a farti abbracciare da casa tua.

Come un trentenne che lascia casa, rimpianto, ma motivato a farlo dai suoi genitori. Perchè un mammone, tu, non sei mai stato. Nè tantomeno casa tua t'ha mai costretto a fare qualcosa che non volevi.

Ed allora, vola via, vola altrove, Pippo. Và via, perchè il non vederti nemmeno in panchina, a dar volume alle tue arterie indomite, nelle quali scorre da tanto, troppo tempo, in sangue di chi sa fare una sola cosa, nella vita, e soffre così nel non poterla fare...

Fa male, e tanto, a te. Ma soprattutto, credici, a noi. 

Ed allora vola via, a raggiungere il tuo meritatissimo record di gol Europeo in quel di Nicosia. Oppure, ancor meglio...Restaci più vicino, andando, in quel di Napoli, ad insegnare a Cavani come si diventa bomber del continente. O, ancora meglio, ed ancora più promiscuo a casa tua, in Emilia, a fare da straordinario partner al piccolo Giovinco: uno che, con te al suo fianco, saprà guadagnarsi a suon di assist, oltre che di gol, l'Europa delle Nazioni.

Arrivederci, amore, ciao. E, no, non preoccuparti. Non è il Milan che scaccia te. Nè tantomeno sei tu che fuggi via dal Milan. Non ci sarà rancore, non ci saranno rimpianti, nessuna sofferenza. E, semmai dovesse arrivare, sarebbe benedetto e stupendamente lieto il giorno in cui segnerai al tuo Milan. E, no, in quell'attimo non starai lì a finger noncuranza. A non gioire della tua stessa esennza. A sciorinare un rispetto che può essere solo di chi gode, del gol, e non di chi ne vive.

Non sei tu che te ne vai, Pippo. E non è il Milan che ti vuole via. E' il richiamo del gol. Quell'urlo talmente soave, seppur silenziosissimo, che ti sussura di ricominciare. E' un richiamo dolcissimo e non tollerabile per te, novello Ulisse del gol, ammaliato dalla forma di quelle sirene che si formano, stigmatizzate, nella rete gonfiata dai tuoi mille palloni. 

Per questo, Pippo, arrivederci. E siccome io amo il gol, e poichè è il gol che ama te - ricordalo, non il contrario - allora arrivederci amore. 

Si schiarirà il cielo, ed arriverà il giorno. Le nubi sono già più in là. 

 

 

Alfredo De Vuono