Partiamo da un presupposto: in 2 stagioni, la Juve di Conte non aveva mai affrontato un avversario così forte. Ci stava, dunque, di andare in crisi, ma non con una differenza di prestazioni tanto abissale. Lo 0-2 è un trionfo, rispetto a quanto poteva accadere sul campo, perché la resa è stata incondizionata.
Intendo dire che la partita di Monaco ha espresso, nel modo più crudo, sia limiti fisiologici della squadra, sia limiti occasionali, legati a quei 90 minuti, e (si spera) basta. E?' importante distinguerli, anche per non passare dall'?esaltazione alla depressione, fenomeno psicologico, che non giova a nessuno.
Il limite fisiologico è arcinoto: il divario qualitativo e quantitativo dei 2 attacchi. Da un lato, un reparto offensivo tedesco che segna circa il 25% dei gol complessivi, contro il 18% della Juve. E' sufficiente pensare che partivano in panchina Gomez, Pizarro e Robben, un lusso sfrenato.
Dall'?altro, un gruppo di punte leggere, come Giovinco, Quagliarella, e lo stesso Vucinic, ?fiorettista? per eccellenza, Matri, più potente, ma non paragonabile ai colleghi avversari, Anelka, ?mai pervenuto?, e Bendtner, lontano ricordo di un recente passato. Insomma: non possono esistere confronti.
Aggiungerei a questo aspetto fisiologico una consapevolezza, malinconica, ma necessaria. Occorre cominciare a entrare nell'?ordine di idee che Buffon e Pirlo non saranno più come prima. Continueranno a essere decisivi, in alcune
circostanze, ma non con la consueta frequenza. E?' la legge spietata del tempo.
Di occasionale, invece, cercando l'?ottimismo, c?è una serie di concomitanti insufficienze, nelle pagelle, che non si era mai registrata in precedenza. E l'?aspetto ancora più beffardo è costituito dal salvataggio proprio dei 2 elementi, destinati a saltare, per squalifica, la gara di ritorno: Lichtsteiner e Vidal.
Credo che il trio difensivo, e il trio mediano di Conte siano fra i più forti del mondo. Quindi, sono convinto che quei 6 giocatori, opposti agli stessi rivali, potendo rigiocarci contro, offrirebbero sicuramente un rendimento migliore. In genere, il filtro, davanti alla retroguardia, è ben più efficace.
Qui non posso fare a meno di scrivere una considerazione a me cara, legata al rimpianto per l'allenatore camaleontico della scorsa stagione, disposto a cambiare spesso modulo. Contro il Bayern, un difesa a 4 avrebbe trovato punti di riferimenti più precisi, dinanzi ad altrettanti attaccanti-trequartisti.
Lahm-Robben a destra, e Alaba-Ribery a sinistra hanno messo sistematicamente in inferiorità numerica Peluso e Lichtsteiner, costringendo Chiellini e Barzagli ad allargarsi, con la conseguenza di lasciare Bonucci solo, in
balia di Mandzukic e Muller. La mancanza di copertura, a centrocampo, ha fatto il resto.
Sicuramente è stata una serata sfortunata, come sempre, quando si subisce così tanto. Prima sventura: subire un gol dopo 25?", su deviazione di un proprio giocatore. Seconda: l?infortunio di Kroos, che, invece di indebolire i tedeschi, li ha rafforzati, con Muller al centro, a braccare Pirlo, e Robben a destra.
Terza: incassare il raddoppio in fuorigioco. Quarta: non potere schierare un Vucinic in buone condizioni dall?inizio, perché, con il montenegrino disponibile, molto probabilmente, Conte avrebbe scelto il 3-5-1-1, aggiungendo a Vidal-Pirlo-Marchisio la fisicità di Pogba. Atleticamente, il ?gap? è stato tremendo.
Conte ha ragione, quando ricorda le spese alla portata del Bayern, e non della Juve, per rafforzare l?organico. Eppure, la ?vera Juve? non avrebbe subito 18 tiri (9 nello specchio della porta), e non avrebbe giocato con il baricentro più basso dell?annata, e cioè m. 48. Dinamismo, intensità e personalità, dove siete finiti?
BAYERN-JUVE:? RADIOCRONACA - ? SINTESI DI CARLO NESTI
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Carlo Nesti