Se qualcuno dicesse che la strategia di mercato estiva del Milan, è stata decisa a tavolino dai massimi dirigenti rossoneri al termine della scorsa stagione, stenterei a non crederci.
Se lo stesso qualcuno di cui sopra, dicesse che il Milan, conscio dei classici tormentoni estivi, ha voluto creare una “fissa fatta in casa” per deviare l'attenzione dal resto, sarei ancora più convinto.
Dopo le recenti dichiarazioni del capitano in seconda, Gennaro Gattuso, torna d'attualità la grana Mister X dalle parti di via Turati.
Negli ultimi giorni il simpatico siparietto creato ad hoc da allenatore e dirigenti iniziava a star stretto ai tifosi. Stretto e fastidioso come quelle camicie ordinatamente unite fino all'ultimo bottone, che col caldo vanno sempre meno d'accordo proprio nei mesi estivi, soprattutto quando luglio volge al termine, agosto è alle porte e le prime "liste" e somme hanno estrema necessità di essere stilate.
Hamsik è il predestinato ma il chiacchiericcio è fastidioso innanzitutto per il mercato e il suo presidente lo sa bene. Guai a dare dello sprovveduto a De Laurentis. Fabregas è l'ideale ma lui vuole il Barca, i blaugrana vogliono lui, nessuno nasconde il proprio interesse. Sullo spagnolo pendono inesorabili anche la storia, le statistiche. Qualcuno ricorda in che secolo un calciatore spagnolo è riuscito ad ambientarsi nel campionato italiano? Poi Marchisio, Montolivo e Aquilani, quelli che forse era meglio Ganso a gennaio.
Gattuso in piena logica societaria, da futuro dirigente, è entrato in tackle sull'ormai famigerato Mister X: "Potrebbe essere Kaka".
Una delle più autorevoli firme di Fantagazzetta, dove chi scrive ha lasciato spazio alla massima di Georges Bernanos, ha da sempre titolato, a seguito di una delle più famose foto dell'asso brasiliano: "Presto o tardi la verità viene a galla".
Mai ho voluto chiedere cosa si nascondesse dietro quelle parole. Non ho mai voluto che la mia convinzione in materia fosse inficiata dall'altrui pensiero. Ogni appassionato di calcio è convinto che dietro quella trattativa ci sia una verità mai detta.
Del resto parliamo di storia, non di attualità; siamo quindi liberi di catalogare e anche, in un certo senso, giudicare.
Storia appunto, quella, per certi versi buffa che cominciò un cupo pomeriggio di gennaio e finse di finirsi con una telefonata in diretta tv, per poi riprendere violenta e inesorabile solo sei mesi dopo. Subito appannata dai folli colpi che ne seguirono. Colpi senza senso, senza logica e per cinica vendetta di chi ha perso i propri idoli, senza titolo alcuno.
Da quel momento colui che aveva: "Un cognome troppo buffo per giocare in Italia" è stato secondo a fatti poco chiari, spesso orchestrati a dovere da chi di mestiere dovrebbe decidere, ma spesso, più o meno volontariamente, tende a sostituirsi al diretto interessato. Frivolezze e seri problemi. Una pubalgia strana, un social network utilizzato per problemi coniugali e per comunicare al mondo l'evolversi delle proprie doti canore, una gita di troppo oltre oceano, le incomprensioni e il continuo andirivieni dal mercato madridista.
Un po' come quei cavalli di razza che al cambio scuderia alternano momentanei acciacchi a scarsa concentrazione, con l'incubo azzoppamento dietro l'angolo.
Cosa ne sanno in Spagna di Ricardo Izecson dos Santos Leite Kaka? Come mai potranno giudicarlo, loro, avendo visto solo i tiri secchi su passaggi precisi e mai una galoppata verso la porta, mai un doppio passo, mai un incitamento alla curva sotto una pioggerellina fine, di quelle che non ti bagna, ma ti emoziona, fomenta le tue emozioni mentre qualcuno scippa il sorriso dal volto del Sir e umilia il calcio che avrebbe dovuto farla da padrone, e ci sarebbe riuscito, probabilmente, se in campo quel giorno non ci fosse stato lui?
Perso il più grande mediatore di calcio brasiliano, considerando anche una futura ottica dirigenziale, un prezzo che comunque rappresenterebbe sempre una plusvalenza. Dati, cifre e numeri alla mano sarebbe una mossa sbagliata se il Milan riprendesse Kaka?
Fabio Guzzo