In un'epoca neanche tanto lontana, il glorioso Milan del presidente Silvio Berlusconi comandava nel mondo sia in campo che nelle stanze del calciomercato: quel Milan vinceva scudetti, Champions, Supercoppe varie, e si permetteva di acquistare calciatori - ricoprendoli di miliardi - solo per il gusto di strapparli alla concorrenza, e poco importa se poi questi stavano comodamente seduti sulle poltrone dorate della panchina milanista senza entrare praticamente mai in campo se non in rarissime occasioni. Emblematici, giusto per fare due esempi, i casi di Gianluca Sordo e Fernando De Napoli. Andate a guardare le statistiche dei due ai tempi della loro esperienza al Milan, le dinamiche del loro arrivo in rossonero, e capirete meglio il riferimento amarcord di cui prima.

Oggi quest'epoca sembra essere ritornata, o meglio, la società Milan può evidentemente permettersi spese pazze: non si spiegherebbe altrimenti l'acquisto di Antonio Donnarumma, il quinto portiere della rosa oggi a disposizione di Vincenzo Montella. Classe 1990, vanta 65 presenze in Serie B, appena 1 il gettone in A con la maglia del Genoa nella stagione 2012/2013, nell'ultimo campionato si è disimpegnato in Grecia con la maglia dell'Asteras Tripolis: in rossonero percepirà 1 milione di euro di stipendio annuo. Mirabelli e Fassone non sono impazziti all'improvviso: è un'operazione legata appunto al rinnovo di Gigio, il fratello minore di Antonio, un "effetto collaterale" evidentemente ben architettato dal vincitore indiscusso di tutto questo teatrino. Mino Raiola. Che poi, in fin dei conti, non sarebbe neanche una novità da quelle parti: ricordate la storia di Kakà e del fratello Digao? Questa sarebbe praticamente la versione 2.0.

Ieri sera ci hanno raccontato che il Psg sarebbe stato pronto a far follie per il portierino italiano, e ci hanno anche detto che invece a trionfare è stato l'amore di Donnarumma per il suo Milan: un amore che trova forma in 6 milioni di euro all'anno, una clausola a scarso rendimento, ed appunto il contratto milionario per il fratellone. Eccolo l'atto d'amore: o così, o non se ne fa nulla. Una condizione che, per lo meno a parere del sottoscritto, non modificherà di una virgola, il rapporto del calciatore con i tifosi rossoneri. Rose e fiori magari in queste ore, e neanche, ma sappiamo bene tutti cosa succederà al primo mezzo errore in campo di Donnarumma: in Polonia, durante le partite dell'Italia all'Europeo under 21, è stato oggetto degli sfoghi dei tifosi milanisti, a San Siro non gli perdoneranno più nulla. Negate ciò, idolatratelo finché potete, in fin dei conti lo meriterebbe pure per quanto fatto vedere ad oggi nella sua comunque breve carriera, ma si tenti di spegnere quel fuoco che brucia da dentro perché sennò sarà solo questione di tempo.

Cosa succederà, inoltre, quando fra un anno il Real Madrid, o il Psg, o il Manchester United, busseranno alla porta di Raiola per chiedergli in che posizione è finito il Milan in Serie A? In una mano l'assegno da 50 milioni, nell'altra quello da 100, in tasca il contratto da 8/10 per Gigio: lì non hanno problemi di fatturato, bilanci, annessi e connessi vari, fra l'altro proprio qui in Italia c'è appena stato un seminario su come raggirare i problemi col Fpf, un successo strepitoso che merita di essere esportato in giro per il resto d'Europa. Detto tutto ciò, però, una considerazione nasce spontanea: questo Milan, a differenza di quanto sostenuto in apertura, è tutto l'opposto di quello che dominava in giro per il globo terracqueo (e solo perché non noti altri pianeti sui quali si gioca a calcio), perché scenette come quelle di queste settimane ai tempi non avrebbero mai trovato spazio neanche per sbaglio.

La chiusura è tutta un sorriso: il Donnarumma '90 che torna dalla Grecia è da oggi l'oggetto della mia invidia. Mi sarebbe piaciuto essere come lui, ricoperto d'oro senza apparenti meriti diretti, se non quello appunto di essere il fratello di Gigio. Vuoi vedere che "Andonio il vero" alla fine è proprio lui? Che storia meravigliosa.