Siena. Sabato 27 ottobre 2012. Cronaca di una retrocessione annunciata. In molti quel giorno avete criticato un titolo sicuramente provocatorio per uno scialbo 0-0 in cui il Palermo mostrava tutta la propria debolezza. Oggi quel titolo si rivela quanto mai calzante. Senza convinzione, senza coraggio e soprattutto senza entusiasmo, quella squadra è lentamente sprofondata in una spirale infernale in cui oggi non riesce più a dimenarsi.

 

Oggi non mi va di fare bilanci, come spesso mi sono ritrovato a fare . Metto da parte le statistiche, le coincidenze, la ricerca a tratti maniacale di trovare un capro espiatorio, le Filippiche contro Zamparini. Oggi il mio pensiero è esclusivamente rivolto al tifoso rosanero travolto dall'ennesima rivoluzione societaria.

È in un momento di difficoltà come questo, in cui tra gli spettri di Sannino e Perinetti fa capolino l'esuberante tracotanza di Alberto Malesani, che bisogna fare appello alla propria fede, o comunque a quel che resta di un amore incondizionato per i colori rosanero.

 

Abbiamo toccato il fondo. Non solo in senso figurato. Senza farci troppe illusioni, andiamo incontro ad un destino beffardo che fino ad un anno e mezzo fa ci sorrideva.

 

Oggi, quando tutto sembra andare giù, dobbiamo avere la forza di alzare la testa. Ritrovare l'entusiasmo che giocatori, allenatori e società hanno perso per strada.


Perché ogni giorno è un giorno nuovo e non possiamo permetterci di sprecarlo in autocommiserazioni fini a se stesse.

 

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Fino alle fine, per la maglia e per questa città.

 

 

 

Or ti riveggo in questo suol, di tristi 

Lochi e dal mondo abbandonati amante,

E d'afflitte fortune ognor compagna         (Leopardi - La Ginestra vv.14-17)

 

Giovanni Migliore