Ha rappresentato, per qualche ora, l’imprevedibile accompagnamento musicale (più simile a un rumore di fondo, invero) al venerdì che guidava all’inizio del turno aperto da Atalanta-Juventus.

I motivi di interesse, per il suddetto turno, non mancavano. La sfida europea e la corsa alla 5a e 6a piazza, mettiamoci anche la lotta scudetto, con una trasferta proibitiva per i bianconeri e Bergamo, e un derby di Roma alle porta. Eppure, evidentemente, serviva un quid in più.

Il quid in più, in barba ormai ad ogni pretesa di credibilità (che se ne parli bene o male non importa, purché se ne parli) è Donnarumma all’Inter. Anzi, Donnarumma proposto all’Inter. Come se qualsivoglia squadra a cui interessa Donnarumma (e dunque qualsiasi squadra sulla faccia del pianeta) sia lì ad aspettare che Donnarumma gli venga proposto.

Ma il motivo musicale Donnarumma all’Inter è prima concepito, e poi suonato, in maniera maldestra. E malriuscita. Per almeno due buoni motivi.

Il primo è nel contenuto: “Raiola ha proposto all’Inter di prendere Donnarumma a costo zero, alla fine del suo contratto con il Milan, nel 2018”. Di Raiola abbiamo capito un paio di cose, in questi anni. Potrà essere non simpaticissimo, politicamente scorretto, non esattamente un benefattore nè un filantropo se non per se stesso e per i suoi assistiti, non esattamente un amante dei buoni sentimenti. Potrà essere tutte queste cose, il corpulento Raiola. Ma non è un pazzo. E solo un pazzo, laddove sistematicamente incassa ricche mance e provvigioni ad ogni trasferimento a peso d’oro dei suoi assistiti (quella di Pogba allo United è cronaca recente), metterebbe su un teatrino simile per far trasferire il suo gioiello più prezioso a costo zero, rinunciando alla ricca mancia di cui sopra, in luogo di un ipotetico trasferimento post rinnovo. Un rinnovo che, volendo, potrebbe chiudere anche in 5 minuti, se il progetto del diabolico Mino è quello.

La seconda spia che rende il “Donnarumma all’Inter” una maldestra uscita mediatica, è nella presunta risposta dei nerazzurri. “Vedremo”. Vedremo? Ma vedremo cosa? Messa così, avresti la possibilità di prendere il portiere del prossimo ventennio a costo zero. Dovresti alzarti da terra di un palmo, dovrebbero armarsi di camicia di forza per contenere la tua euforia, se la prospettiva fosse quantomeno realistica. Specie perché Donnarumma all’Inter poteva finirci sul serio da giovanissimo, e non fu così. Che vendetta, sarebbe. Vedremo? Tiè, questo è un assegno in bianco, e questa è la mia firma. Altro che “Vedremo”.

Ecco perché “Donnarumma all’Inter” è un gioco maldestro fatto pagina di giornale. Perché anche un gioco, va concepito bene, e realizzato meglio. A patto di ricercare un barlume di credibilità. O di effetto. Che forse era la speranza di chiunque lo abbia messo su.