di Silvestro Giaquinto
Non tutti i mali vengono per nuocere. Ci si augura che almeno stavolta sia proprio così... Uno dei pochi che non si era ancora fermato in questa stagione, maledetta a tal punto che nel giorno dei pesci d’aprile non ci meraviglieremmo di vedere davvero infortunato anche Rudi Garcia, era Gervinho. La “lesione di primo grado del bicipite femorale destro” era evidentemente solo questione di tempo. Anche perché l’ivoriano (che già era reduce dal Mondiale) quest’anno ha potuto riposare davvero poco (e anzi in veramente pochi hanno giocato di più): 20 presenze in campionato, 6 in Champions League, 6 nelle gare di qualificazione alla Coppa d’Africa, 2 in amichevole di preparazione alla Coppa d’Africa, 4 poi in Coppa d’Africa e 4 in Europa League. 37 gare da titolare, 5 da subentrante, due volte lasciato in panchina da Garcia in Serie A e due gare saltate per squalifica nel corso a fine gennaio con la Costa D’Avorio.
Ma ecco che al povero Gervinho non vengono risparmiate nemmeno le amichevoli: a tutte queste vanno aggiunte altre due gare, senza senso. Dopo aver vinto la Coppa d’Africa, dopo essere tornato a Roma da fantasma, lo trovi titolare in Costa D’Avorio-Angola e Costa D’Avorio-Guinea Equatoriale. Due inutili amichevoli. Al 37’ dell’ultima gara (la 44esima stagionale!) la logica conseguenza. Se non è ancora chiaro: Gervinho titolare in Costa D’Avorio-Guinea Equatoriale, inutile amichevole, dopo aver giocato tre giorni prima un’altra inutile amichevole. A pochi giorni da una gara che per la Roma vale tutto: mia personale previsione è che chi tra Roma e Lazio avrà, dopo la prossima giornata di campionato (in programma Roma-Napoli e Cagliari-Lazio), più punti in classifica, alla fine della stagione conquisterà il secondo posto. La società giallorossa dovrebbe essere comunque indignata.
Ma non tutti i mali vengono per nuocere, si diceva. Rudi Garcia, un po’ per mancanza di alternative, un po’ per sua fissazione, al rientro del giocatore dalle fatiche e dai festeggiamenti della Coppa d’Africa, con uno sconsiderato utilizzo (10 partite in poco più di un mese: da Roma-Parma, in mezzo i doppi impegni dell’Europa League, solo una iniziale panchina, mai a riposo), ha finito per renderlo un giocatore irritante a tal punto da essere tra i più bersagliati dei tifosi giallorossi imbufaliti. Di chi ha dimenticato troppo presto che Gervinho, se messo in condizione di farla, fa la differenza come pochi in Italia. E quindi questa volta Gervinho non ritorna a Roma da fantasma, ma da infortunato. Che è meglio.
Intanto la Roma avrà a disposizione Ibarbo (meglio tardi che mai) e Iturbe che sono rimasti durante la sosta a disposizione di Garcia e che si saranno finalmente lasciati alle spalle tutti i problemi fisici. Che hanno tutto da dimostrare e le carte in regola per fare grandi cose. Ljajic continua ad essere l’unica vera garanzia davanti di questa stagione. Con Totti momentaneamente ai box, Doumbia (lui lasciato libero prima dal ct Renard) deve zittire chi lo ha già nominato bidone d’oro. Poi tornerà Gervinho, quello vero. E forse, allora sì, rimpiangeremo di non avercelo avuto prima.