di Pietro Turchi

 

Dopo una partenza positiva dal punto di vista dei risultati, l’Inter ha perso la rotta. La colpa si può dividere tra tanti attori, ma è innegabile che buona parte faccia capo alle scelte di Mancini. Tante decisioni contrastanti hanno fatto storcere in naso ai tifosi interisti, uniti nella consapevolezza di avere una rosa all’altezza dei primi posti della classifica, ma incapace di esprimersi meglio. La mia idea non si discosta di molto e sono convinto che con qualche accorgimento, l’Inter potrebbe tranquillamente riprendere la propria corsa verso un piazzamento in Champions League. Per questo motivo, mi sono sentito di mettere nero su bianco 5 suggerimenti da dare a Mancini per rialzare l’Inter:

 

1) 4-3-3

Il modulo è senza dubbio uno dei problemi più grossi dell’Inter. Nel corso della stagione si sono visti schieramenti tattici di ogni tipo, dalla difesa a 3 al 4-2-3-1 tanto caro a Mancini. Ciò che appare lampante agli occhi di tutti è che la rosa dell’Inter, per le caratteristiche dei suoi uomini, sia in grado di sostenere un solo modulo: il 4-3-3. Più equilibrio con compiti chiari e precisi e soprattutto con la possibilità di schierare un centrocampo in grado di rispecchiare le reali attitudini degli uomini a disposizione. 

 

2) GERARCHIE CHIARE

Basta esperimenti. Per avere una squadra continua nei risultati è necessario avere una linea chiara soprattutto negli uomini. Gerarchie chiare ed efficaci che possano riconsegnare certezze alla squadra per costruire l’asse portante centrale, ovvero quei 6/7 uomini indispensabili per arrivare con il gioco alle vittorie.

 

3) ICARDI, MEDEL E PERISIC

Dicevamo dell’asse portante. Bene, oltre gli intoccabili Handanovic, Miranda e Murillo, altri tre giocatori inamovibili dovranno essere Icardi, Perisic e Medel. In avanti l’Inter ha un top player ed è senza ombra di dubbio Icardi. L’argentino, seppur criticato, è l’attaccante più affidabile sotto tutti gli aspetti, da quello tecnico-tattico a quello fisico, tanto da garantire un apporto continuo sulla gara. Questo più di Jovetic e Ljajic, talentuosi sì, ma nettamente più discontinui. Il 4-3-3 non può prescindere da Perisic. Intelligente tatticamente, sarebbe l’uomo adatto per dare equilibrio alla squadra, soprattutto in fase difensiva, quando andrebbe ad aiutare come quarto di centrocampo. Per caratteristiche, riesce a dare velocità alla fase d’attacco, saltando l’uomo ed evitando di perdere ritmo nella distensione offensiva. Uno dei tre posti del centrocampo a tre deve essere di Medel. Il cileno è il bastone dei nerazzurri. Corre, lotta e soprattutto fa sempre la cosa facile, appoggiandosi con umiltà e tornando al suo posto, pronto a mordere nuovamente. Con il suo fare riesce inoltre ad incentivare l’agonismo in campo, fondamentale per rimanere attaccati alla gara.

 

4) KONDOGBIA

L’ex Monaco merita un punto a parte. Abbiamo detto di coloro che dovranno andare a formare l’asse portante della squadra e, personalmente, inserisco anche Kondogbia. Il francese, nonostante un rendimento al di sotto delle attese, ha caratteristiche fisiche e tecniche che nessun altro centrocampista della rosa possiede. Non soffre la fisicità degli avversari e può, con continuità a consapevolezza, crescere esponenzialmente in poco tempo. L’investimento effettuato su di lui è stato importante, ma merita anche di essere messo nelle migliori condizioni per rendere e, nel ruolo di mezz’ala e con un po’ di tempo a disposizione, potrebbe dare i frutti sperati.

 

5) DUE TERZINI FISSI

Da inizio stagione Mancini ha deliberatamente giostrato sei terzini. In particolare, Telles, D’Ambrosio, Nagatomo, Juan Jesus, Santon e Montoya hanno disputato rispettivamente 992, 615, 578, 706, 889, 256 minuti a testa in campionato. Un ricambio continuo che non può far bene a nessuno. Meccanismi che vanno a sfaldarsi e a ricostruirsi affannosamente ogni volta e poca continuità in ruolo dove servirebbe, soprattutto per apprendere al meglio i movimenti di squadra. Detto ciò, Mancini dovrà scegliere. Telles e D’Ambrosio, i migliori fin qui, sempre in campo, con buona pace di chi rimarrà fuori.