A prescindere da quelle che saranno le scelte definitive di Antonio Conte, e che tanto, in ogni caso, faranno discutere, nella selezione dei 23 per la Francia c'è un problema di fondo di cui in pochissimi hanno discusso. Come peraltro ripetutamente capitato agli azzurri nel corso degli ultimi decenni, molto sempre, in tornei di questo tipo, i calci piazzati - sia a gara in corso che dopo i supplementari - si sono rivelati decisivi ai fine del risultato finale e, quindi, dell'esito dell'intero torneo.

I ragazzi scelti da Conte, in tal senso, dovranno dividersi molte delle responsabilità relative ai tiri da fermo: ma la natura stessa dell'organico - evidentemente muscolare e atletico, ma di spessore tecnico assolutamente opinabile - poco si confà alle caratteristiche che storicamente hanno contraddistinto gli azzurri, spesso chiamati a fare le proprie fortune, o sciagure, dagli undici metri. Sono lontani i tempi in cui a contendersi un calcio piazzato dal limite, c'erano Baggio e Zola, Del Piero e Totti, ed a spedire in area piccola invitanti cross a pennello, dalla bandierina del calcio d'angolo era sempre un certo Andrea Pirlo. Ad oggi, con la possibile esclusione (anche) di Jorginho e Bonaventura dai 23, gli specialisti da calcio piazzato si sono ulteriormente ridotti. E le possibilità di vedere concretizzata un'occasione da fermo, inevitabilmente, sfiorano lo zero.

Tra i chiamati ci sarà sicuramente Eder, che quindi, avendo molte più possibilità di Insigne di scendere in campo, diventerà il riferimento primario, tra gli attaccanti, per molti dei piazzato. Alcuni dati: l'italo-brasiliano ha calciato (e realizzato) 3 rigori su 3 in stagione, ma non ha concretizzato a casa neanche un assist da fermo ed ha segnato una volta sola su punizione.

Addirittura peggio ha fatto il folletto di Frattamaggiore, che come Eder non ha realizzato nessun assist da fermo, ha segnato due rigori, ma è anche andato due volte in gol su punizione. A centrocampo l'unica risorsa concreta si chiama Candreva: 6 rigori su 8 segnati, ma anche in questo caso nessun assist da fermo. Una risorsa che vede piuttosto Berardi (neanche tra i preconvocati) un realizzatore discreto (2 bonus stagionali). A far male, però, è soprattutto l'esclusione di Bonaventura, che tre volte in stagione ha mandato in gol i compagni da fermo (ed una volta ha ha fatto gol direttamente su punizione). Due volte, invece, ha mandato in gol da piazzato i compagni Jorginho: anche lui, però, va verso l'esclusione. Tra i rigoristi non convocati, c'è anche ovviamente Belotti: per il centravanti granata 4 gol su 4 dal dischetto. Riponiamo qualche minima speranza anche in Giaccherini, che in rossoblu ha battuto molti piazzati, pur concludendo la stagione con 0 assist da fermo e 0 rigori, Florenzi (che però ha lo stesso score dell'ex Juve e Cesena) e Bernardeschi (anche in questo caso, 0 assist da fermo e 0 gol dal dischetto). In caso di emergenza, dagli 11 metri, potremmo anche convergere su De Rossi, Motta, Bonucci e Barzagli, ma anche in questo caso non ci ritroveremmo certo dinanzi a degli specialisti.

Insomma: a conti fatti speriamo, durante il cammino azzurro, di non ritrovarci ad esser padroni del nostro destino attraverso una punizione o un rigore. Altrimenti, oltre a Candreva, Eder e Insigne, gli specialisti sarebbero ben pochi. Ed i dati forniti dal campionato, in tal senso, sono tutt'altro che confortanti. 

Ezio Azzollini

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