La sfida, la Cina, l'ha lanciata già da qualche mese. "Vinceremo i Mondiali di calcio del 2050". Una previsione ottimistica e allo stesso tempo realistica, perché emblematica consapevolezza del tempo necessario (siamo nell'ordine dei decenni) per recuperare almeno parte del terreno perduto rispetto al Vecchio Continente. Il nulla contro il tutto, calcisticamente parlando. Come abbreviare questo processo evolutivo? "Se non puoi batterli, unisciti a loro", recita un celebre proverbio. In un certo senso, una filosofia molto vicina al trend messo in atto dai Paperoni cinesi. Per la serie: noi ci prendiamo i vostri 'scarti' e anche qualche campione. Hai visto mai che non sia proprio questo lo stimolo giusto per l'inizio di un percorso di crescita autoctono?
Al netto di congetture plausibili e di rifiuti eccellenti (Kalinic e Mertens su tutti), ciò a cui stiamo assistendo da un anno e mezzo a questa parte è un'autentica corsa a chi spara il rilancio più grosso. Cifre completamente fuori da ogni logica di mercato, che fanno a cazzotti con il buon senso. Al punto che persino il governo cinese è dovuto intervenire per porre un freno e limitare investimenti quasi sempre smodati. L'esempio più recente (e lampante) lo fornisce lo stesso centravanti croato della Fiorentina, a cui il Tianjin di Fabio Cannavaro offriva un ingaggio da 12 milioni di euro l'anno, ovvero dieci volte ciò che percepisce oggi in Italia. Quale altro club al mondo avrebbe mai potuto mettere sul piatto una proposta simile a un attaccante sicuramente di alto profilo, ma che ha da poco compiuto 29 anni?
Non tutti, però, hanno saputo resistere al fascino di un conto in banca gonfiato in modo spropositato, a discapito di una carriera che sarebbe stata senza dubbio più probante. A parte le vecchie conoscenze Eran Zahavi e Obafemi Martins e i 'pentiti' Alberto Gilardino e Alessandro Diamanti, sono sette i giocatori illustri ad aver sposato la causa milionaria cinese lasciando (o comunque dopo averci giocato in precedenza) la Serie A senza farsi troppi problemi. Ecco la tabella riassuntiva:
GIOCATORE | CLUB CINESE | ETA' AL MOMENTO DELL'ARRIVO IN CINA | COSTO OPERAZIONE (IN MILIONI DI €) | STIPENDIO L'ANNO (IN MILIONI DI €) |
Carlos TEVEZ | Shanghai Shenhua | 32 | 11 --> Boca Juniors | 38 |
Ezequiel LAVEZZI | Hebei Fortune | 30 | 6 --> Psg | 21 |
Graziano PELLE' | Shandong Luneng | 30 | 15 --> Southampton | 15 |
Anderson HERNANES | Hebei Fortune | 31 | 8+2 --> Juventus | 9 |
Kouassi GERVINHO | Hebei Fortune | 29 | 18+1 --> Roma | 8 |
Fredy GUARIN | Shanghai Shenhua | 29 | 12 --> Inter | 7.5 |
Alexandre PATO | Tianjin Quanjian | 28 | 18 --> Villarreal | 6 |
Un quadro sinottico già di per sé emblematico. E lo diventa ancor di più se andiamo a spulciare nel dettaglio il rendimento di ogni singolo giocatore in termini di presenze e anche gol, dal momento che - Guarin ed Hernanes a parte, ma non troppo - stiamo parlando solo ed esclusivamente di attaccanti:
GIOCATORE | PRESENZE | GOL |
Carlos TEVEZ | 1 | 0 |
Ezequiel LAVEZZI | 10 | 0 |
Graziano PELLE' | 15 | 5 |
Anderson HERNANES | 0 | 0 |
Kouassi GERVINHO | 18 | 3 |
Fredy GUARIN | 26 | 4 |
Alexandre PATO | 0 | 0 |
Escludendo dall'analisi (per motivi temporali) i freschi 'cinesi' Tevez, Hernanes e Pato, è interessante notare come l'essere finiti in un campionato di livello nettamente inferiore rispetto ai Top 5 europei non si è finora tradotto in un miglior bottino in termini di reti. O meglio, non per tutti. Prendete Guarin: in 4 anni all'Inter ha siglato 15 gol in campionato, con lo Shenhua è già a quota 4 (oltre a ben 6 assist), uno ogni 560' giocati. Ed è un centrocampista. Pellè se la cava benino (un centro ogni 216'), lo stesso non si può dire dell'ex romanista Gervinho (uno ogni 436', con 5 assist). E il Pocho Lavezzi? Un anno esatto fa firmava un contratto da 15 milioni netti a stagione. Pochi mesi dopo ha ottenuto il rinnovo per 21 milioni fino al 2020. I suoi numeri? Zero gol, quattro passaggi vincenti. E' proprio vero: che vi piaccia o no, i cinesi si divertono con poco.