Sono trascorse poco più di due settimane dall'ultima gara ufficiale, circa dieci dall'insediamento del nuovo allenatore. Lo scriviamo così perché, in tutta onestà, dire che sono trascorsi poco più di quindici giorni dai cinque schiaffi del Psg in finale di Champions League e appena dieci dalla scelta di Chivu allenatore, oggi, rischia ancora di essere una storia a metà tra il fantascientifico e il drammatico. E non per Chivu, sia chiaro.
Eppure, si dice, così è (se vi pare).
Inter - Monterrey è stata realtà in una notte che, di reale, ha avuto anche le occhiaie - o il sonno più profondo... - dei tifosi italiani. Andata in scena alle ore 3 nostrane, vediamo insieme le prime indicazioni che sono arrivate dall'esordio ufficiale di Cristian Chivu: modulo, scelte, interpreti e le prime novità tattiche.
Esordio Chivu: si riparte dal 3-5-2 e dagli stessi (o quasi) interpreti
Per gli amanti del tabellino, questa è stata la formazione ufficiale scelta da Chivu alla sua prima sulla panchina nerazzurra.
Come evidente, in appena dieci giorni di lavoro, imbottiti da transfer oceanici, scorie fisiche di una stagione pesante e combattuta, qualche allenamento improvvisato a ranghi ridotti e senza dimenticare gli impegni dei Nazionali, non è che sia cambiato granché.
La base di partenza dell'Inter resta il 3-5-2: il blocco difensivo è quello titolare, i cambi negli altri ruoli sono unicamente stati dati da condizioni fisiche precarie (Thuram e Dimarco) o piccoli infortuni che suggeriscono gestione e recupero (Calha e Dumfries).
Nell'interpretazione della gara, ammesso e non concesso di volersi far troppo condizionare da una partita dai ritmi estivi e un grado di abnegazione dei non più rigidi - se non in alcuni frangenti sonnacchioso, l'Inter ha mostrato grandi segni di continuità e qualche accenno di cambiamento rispetto al recente passato: qualche tentativo di recupero palla più aggressivo c'è stato, il cambio modulo operato a gara in corso coinvolge la posizione ibrida di Zalewski ma non solo (ci arriveremo), la marcatura a zona e non a uomo. Che sarebbe in realtà costata un gol che mister Chivu, nel post gara, ha sentenziato sarebbe comunque arrivato. Ci fidiamo.
Sergio Ramos è una vecchia volpe, finta il movimento su Acerbi, stacca in zona Pavard e, per dovere di cronaca, trova Sommer in formato paperissima che si lascia sfilare il pallone da sotto i guantoni. Il gol nerazzurro arriva invece su un posizionamento quantomeno avanguardista del Monterrey su calcio piazzato, Asllani pennella alle spalle della difesa e Carlos Augusto, il migliore in campo, che poco prima aveva provato a far segnare Esposito, fa segnare Lautaro. Che, per non farsi mancare nulla, dopo ciccherà anche un gol che non sarebbe stato impossibile.
Una prima indicazione c'è: come l'Inter di Inzaghi, anche la prima di Chivu è stata un po' sprecona.

La nuova Inter di Chivu: cosa c'è di diverso
Per Lautaro il campo era asciutto e non consentiva al pallone di girare veloce, per Chivu l'Inter ha fatto il massimo con quello che aveva a disposizione. Hanno ragione entrambi, ma il complesso restituisce, a prescindere dai singoli meriti, quelle vibes di una partita di poco superiore ad un amichevole estiva di prestigio, a cui è difficile regalare una dimensione d'importanza, se non fosse che era la prima di Chivu.
Mkhitaryan luci e ombre, una novità tattica potrebbe essere la sua maggiore libertà in fase offensiva con Barella, più intraprendente nel prendere in mano l'uscita della squadra, anche e soprattutto con il passaggio al 3-4-2-1 del secondo tempo. Una frazione di gioco in cui sarebbe stato interessante potersi concentrare su possibili variazioni, inficiato da una forma fisica che preclude analisi pretenziose o esplicative di quella che sarà la filosofia di Chivu.
Le domande, al netto di giudizi sospesi, restano le stesse del fine ciclo di Inzaghi: Acerbi, Darmian e Mkhitaryan - ma volendo generalizzare tutti quei giocatori con una carta d'identità importante a corredo - che ruolo avranno nella nuova Inter che sta nascendo?
A maggior ragione se le indicazioni saranno quelle di un pressing alto e un baricentro superiore rispetto al passato, viene da aggiungere.
Il cambio modulo del secondo tempo e l'inserimento dei nuovi
Nel secondo tempo è andato in scena qualcosa di interessante. Per la verità, già visto nelle ultime scelte inzaghiane. Il delegato a inserirsi e provare la giocata è stato Thuram, chi da dietro si è smazzato i compiti di raccordo, protezione e passaggio in profondità sono stati Zalewski e Lautaro, compiti diversi ma sinergici.
Peccato che il centravanti francese non si regga praticamente in piedi, e né lui, né Esposito prima siano riusciti ad innescarsi o quantomeno a cercarsi con profitto con il capitano argentino.
Un cambio modulo al 3-4-2-1 che al di là della variazione squisitamente numerica postula un atteggiamento diverso dei due trequartisti e un'interpretazione dell'uscita dalla difesa diversa con i 'soli' due centrocampisti in linea. Possibilità, al momento, da delegare solo a scelte di partita in corso.

E i nuovi acquisti?
Sucic, al momento, è rimandato. Un erroraccio nel finale poteva costare caro, ma più in generale non è sembrato totalmente a suo agio. Forse, per il futuro, slegarlo da qualche compito più tattico e difensivo e lasciarlo libero di esprimersi potrebbe aiutarlo, quantomeno in questa primissima fase di gestione allegra. Tradotto: in un tipico centrocampo a cinque e con qualche corsa in più dei compagni potrebbe andare sicuramente meglio.
Luis Henrique si è piazzato invece a tutta fascia: nulla di particolare, ma quel tentativo di dribbling e uno contro uno avrà fatto emozionare gli addetti ai lavori di una squadra, in Serie A, tra le peggiori in questa statistica negli ultimi anni. Un tentativo tattico, nell'anno della seconda stella, che si era provato a fare con Cuadrado, giusto per restituire un'idea alla lontanissima.
Un giudizio finale? Potremmo azzardare un 5,5. Un 6 meno meno, svincolati dalla necessità dei voti per intero delle nostre solite pagelle. Che, a proposito, vi ricordiamo potrete invece trovare tutti i giorni su tutto il Mondiale per Club, a partire dalle ore 10.30, su Dazn e il suo 'Gollywood', che tra gli ospiti - oltre al profeta Hernanes - annovera anche il nostro Antonio Giordano.