Intervistato da Dazn, Diego Perotti ha raccontato nel dettaglio cosa è per uno specialista il calcio di rigore: "Vivo il calcio di rigore in maniera tranquilla, ovviamente dipende anche dal risultato e dal minuto, può cambiare un po' l'emozione, ma lo vivo come una cosa normale all'interno del gioco, con la fiducia di poter segnare".

Ecco la modalità di calcio del calciatore della Roma: "Quando calcio un rigore faccio sempre la stessa cosa, sono molto scaramantico: metto la valvola del pallone rivolta verso la porta, avvicino il piede con cui calcerò, faccio sette passi all'indietro, guardo l'arbitro in attesa che fischi, guardo un po' il portiere, quando l'arbitro fischia comincio a guardare la palla, poi inizio ad andare non troppo veloce per avere il tempo di fare quel piccolo salto, che mi serve per alzare la testa e vedere il portiere".

L'importante è guardare il portiere: "Io non scelgo l'angolo, provo a vedere il movimento che fa il portiere, anche se non si buttano fanno sempre qualche finta, cerco di tirarla ovviamente al lato opposto. A volte il portiere anche se si butta non riesce ad arrivare. Non ho bisogno di guardare la palla prima di calciare perchè so nella mia mente dov'è e poi comunque è sempre il passo finale, quindi ho il senso della sua posizione".

Nervi saldi e autostima: "Ogni volta che vado a calciare mi dico che sono il migliore e mi dico che farò goal, cerco di darmi fiducia mentalmente, soprattutto ora col VAR che mi è capitato di aspettare qualche minuto: in quel caso la tensione aumenta e ne approfitto per dirmi che sono il migliore e che la palla andrà dentro la porta".

Il rigore più delicato nel derby contro la Lazio: "Non so se è paura, ma ovviamente quando ho calciato il rigore all'Olimpico nel derby sul risultato di 0-0 nel secondo tempo. Ho battuto camminando, il portiere non ha fatto una mossa evidente ma io ho battuto bene, è andata angolata ed è servita a sbloccare la partita che poi abbiamo vinto".

In stagione sono tre i rigori segnati, contro Verona, Spal e Juventus. Il primo è stato il più importante: "Invece l'ultimo contro il Verona è stato molto particolare, non arrivavo da un buon periodo, avevo perso la titolarità, mi ero fatto male e nelle ultime gare non avevo fatto bene. In quella partita entro al posto dell'infortunato Kluivert a freddo senza riscaldamento, la prima palla che tocco sbaglio il controllo e loro fanno goal, poi il VAR lo annulla perchè la palla era uscita, in quella partita ci sono state tante sensazioni, se avessimo preso quel goal sarebbe stata dura per me riprendermi. Dopo alcuni minuti arriva questo rigore alla fine del primo tempo: in campo c'erano Kolarov e Veretout ma non ci ho pensato due volte, sono andato lì e ho preso la palla, anche quello conta, io sono l'incaricato nel calciare i rigori e non mi posso tirare indietro perchè magari le cose non stanno andando bene. Non sarebbe onesto da parte mia, io sono quello che calcia i rigori nella Roma e sono andato per fare goal".