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Ernesto Pellegrini, il presidente dell’Inter che nel 1989 vinse lo scudetto dei record e due successi in Coppa Uefa nel 1991 e 1994, ha parlato nel corso di un'intervista concessa alla Gazzetta dello Sport.

Intervista all'ex presidente Pellegrini sullo scudetto

 
Presidente, come ha vissuto la giornata dello scudetto?
«Ero così tranquillo che ho fatto un pisolino, ma mi sono svegliato in tempo per festeggiare in famiglia e tutti i miei conviventi. Il più grande, che ha 5 anni e sogna già di diventare presidente dell’Inter era felicissimo».


Meglio festeggiare sul divano o in tribuna?
«L’importante è vincere e così per me è stato inevitabile rivivere il giorno dello scudetto del 1989, anche se non è stata la stessa gioia. Ho visto in tv le feste dei tifosi e per certi versi mi sarebbe piaciuto essere lì con loro, ma non era il caso un po’ per la situazione attuale e un po’ per l’età. Mi sono accontentato di sentire i clacson delle auto dei tifosi in festa che andavano a San Siro, vicino a casa mia. Abbiamo fatto un bel brindisi in famiglia, stappando una bottiglia di bianco. Bianco fresco, non bianconero».

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Quando ha capito che questo era l’anno buono?
«La vittoria della svolta è stata all’andata contro la Juve a San Siro, ma ci sono stati tanti altri segnali favorevoli durante l’anno che mi hanno riportato al campionato del mio scudetto. Ci ho pensato la prima volta dopo l’eliminazione dalla Champions, perché anche nell’autunno del 1988 eravamo stati eliminati dal Bayern in Coppa dei Campioni e poi da lì è incominciata la volata verso lo scudetto».