Oggi si chiude uno degli anni più lunghi e difficili dell'ultracentenaria storia della Juventus. I bianconeri mandano in archivio il 2023 nel migliore dei modi: una vittoria di cortomuso su di un'avversaria storica come la Roma e che permette di tornare ad avvicinarsi alla capolista Inter fermata sul pareggio dal Genoa.

L'occasione di tornare a soltanto due punti di distanza dall'armata di Simone Inzaghi era troppo ghiotta per non provarci con tutte le forze. Per questo Allegri si è affidato ai suoi uomini più in forma con il trio Gatti-Bremer-Danilo di fronte a Szczesny, Weah al posto dello squalificato Cambiaso a destra e Kostic a sinistra, Locatelli in cabina di regia affiancato dai soliti McKennie e Rabiot, in attacco i due che hanno deciso la partita con il Frosinone: Vlahovic e Yildiz, panchina iniziale per Chiesa. Dall'altra parte Mourinho ha ritrovato Dybala dal primo minuto in coppia con Lukaku, ancora in panchina Pellegrini. 

La partita vive di momenti con la Roma che va per prima vicinissima al gol con un palo pieno colpito da Cristante, mentre la Juventus prova a ripartire in contropiede sfruttando la serata positiva di Vlahovic che mette in costante apprensione Llorente grazie alla propria fisicità. Il primo squillo di Yildiz arriva poco prima della mezz'ora, ma la sua conclusione si perde, di pochissimo, sul fondo. Dall'altra parte la difesa bianconera dimostra ancora qualche amnesia di troppo ed è fortunata che il grande ex Dybala non riesca a beffare Szczesny con un velenosissimo tocco di esterno. L'occasione più importante del primo tempo arriva negli ultimi minuti con Kostic che colpisce in diagonale superando Rui Patricio, ma N'Dicka respinge di testa sulla linea.

La ripresa si apre con i bianconeri che trovano il vantaggio: azione non esattamente lineare con diversi rimpalli, il pallone arriva a Vlahovic che di tacco serve l'inserimento di Rabiot, il francese controlla dentro l'area di rigore giallorossa e batte Rui Patricio sul primo palo. Gli ospiti provano ad alzare i giri del motore ed il baricentro, ma le uniche occasioni arrivano sulle rare sbavature della difesa juventina. Nel finale la squadra di Allegri va vicinissima al raddoppio, ma la conclusione a botta sicura di McKennie è troppo centrale e colpisce in pieno il portiere giallorosso.

La partita è stata scorbutica, come aveva previsto Allegri alla vigilia, con la Juventus che sembrava potersi rendere particolarmente pericolosa quando decideva di alzare il primo pressing a ridosso dell'area avversaria, ma che ha impiegato questa tattica in maniera piuttosto discontinua lasciando spesso e volentieri il pallino del gioco in mano alla squadra di Mourinho. Il grande assente di serata è stato Lukaku che non ha fatto certamente rimpiangere l'affare sfumato la scorsa estate, con Bremer che lo ha dominato per tutta la partita senza lasciare al belga nessuna reale occasione per incidere.

Quella di ieri sera è stata una vittoria importante per tutto l'ambiente juventino. Dopo il pareggio con il Genoa con l'Inter che era riuscita a scappare si pensava che ormai il campionato avesse preso la direzione di Milano, ma i risultati della diciottesima giornata hanno rimesso tutto in discussione. A suonare la carica è stato ancora una volta Adrien Rabiot, sempre più leader di questa squadra sia dentro che fuori dal campo, le parola del francese nell'immediato post-partita sono state decisamente esplicite in merito allo Scudetto. Dopo diversi anni lontani dalla lotta per il vertice quest'anno i bianconeri non vogliono mollare neanche un centimetro, promettendo battaglia in ogni partita per mettere sempre più in difficoltà i favoritissimi nerazzurri.

Nel complesso quella di ieri è stata l'ennesima prestazione della Juventus dove alle qualità tecniche si sono preferite quelle tattiche ed umane. I bianconeri hanno saputo usare spada e fioretto, cercando di sfruttare nel migliore dei modi soprattutto le corsie laterali dove il tandem americano da una parte e le percussioni di Rabiot dall'altra potevano mettere in inferiorità numerica gli esterni avversari. In più l'altra nota positiva è stata la seconda partenza da titolare di Yildiz, Allegri sta dimostrando di fidarsi delle indiscusse qualità del classe 2005 e nel prosieguo del campionato questo potrebbe fare una grande differenza.