E sono tre: tre passi falsi, contro Cagliari, Torino e Atalanta, le famose piccole che risultano tanto indigeste a Walter Mazzarri. Ennesimo pareggio e altri due punti persi, in una corsa all'Europa che conta che sta diventando sempre più complicata; ma soprattutto una sconcertante mancanza di coraggio da una parte, umiltà dall'altra.

 

Sì, perché nel pareggio di Bergamo ci sono elementi apparentemente contrapposti, ma non del tutto. Manca il coraggio, quello che permette di osare, di provare non solo a vincere le partite, ma soprattutto a imporre il proprio gioco. Invece quest'Inter va a giocare da "piccola", subisce i ritmi dell'avversario, raramente riesce a disinnescarlo e rischia tanto, tantissimo, su ogni pallone che transiti in area di rigore. Schieramento a una punta, eppure dietro si balla: sembra una contraddizione ma non lo è.

 

Manca anche l'umiltà, quella che spinge a rincorrere l'avversario, a non mollare di un centimetro, a lavorare a testa bassa per ottenere il proprio obiettivo. Invece, è sempre colpa di qualche fattore esterno: dell'arbitro, della malasorte, delle assenze. Walter Mazzarri prova a convincerci che esiste un unico dato di fatto, che l'Inter è in crescita e sta facendo un buon calcio: falso, l'unico dato certo è che i nerazzurri hanno conquistato 19 punti sui 30 disponibili. E che le amnesie difensive sono le stesse dell'anno passato.

 

Ci avevano detto che con il mago Mazzarri in panchina i meccanismi della retroguardia sarebbero stati ben altri; se così fosse, allora i problemi dell'Inter non dipenderebbero dall'assenza di Hugo Campagnaro, senza il quale i nerazzurri hanno dato vita al festival degli orrori nella propria metà campo. La squadra stenta dietro, stenta anche in avanti, ma lì le statistiche "drogate" dal roboante 7-0 rifilato al Sassuolo permettono al tecnico di trincerarsi dietro i numeri.

 

Numeri che non sono allarmanti, ma neppure soddisfacenti, che raccontano di un altro anno di transizione; un altro, il terzo consecutivo. Numeri di una squadra ancora piccola e che sembra destinata a rimanere tale, finché non si avrà il coraggio di osare e l'umiltà per ammettere i propri errori; altrimenti, si resterà piccoli ancora per molto tempo.

 

Cesare Bogazzi