Fabio Fognini è uno che non conosce le mezze misure. Capace di regalare momenti di puro spettacolo in campo e allo stesso modo di sbagliare colpi sulla carta elementari, il tennista nato a Sanremo recentemente è stato a un passo da realizzare il suo "triplete": vincendo il terzo torneo consecutivo dopo quelli di Stoccarda e Amburgo avrebbe eguagliato un'icona del tennis nostrano come Adriano Panatta. Purtroppo le cose sono andate diversamente.
Tra il Fogna - questo il suo soprannome - e il record si è messo di traverso Tommy Robredo, che ha polverizzato l'italiano in finale a Umago; lo spagnolo, uno che è stato numero 5 del mondo e che dopo tanti infortuni ora è tornato a giocare il suo miglior tennis, non ha avuto pietà di un Fognini che semplicemente aveva finito il carburante. Poco male, l'italiano ha raggiunto questa settimana il suo best ranking - numero 16 del mondo - e sta giocando bene come non mai: i suoi limiti caratteriali sembrano definitivamente sorpassati, anche se ogni tanto tendono a riemergere, e le attenzioni degli addetti ai lavori si stanno concentrando su questo ragazzo che a 26 anni ha raggiunto finalmente la piena maturità.
Certo, rimane l'amaro in bocca per il triplete mancato, che per un accanito tifoso dell'Inter come Fognini avrebbe avuto un sapore particolare: in un periodo certo non semplice per la sua squadra del cuore avrebbe potuto realizzare il suo tris personale. Senza dubbio titoli non equivalenti - un corrispettivo adeguato sarebbe il Grande Slam - ma, nel suo piccolo, Fognini ha stabilito un parallelo (mancato di un soffio) con i nerazzurri. Che però difficilmente risponderanno sul campo.
L'Inter quest'anno si fermerà a due competizioni: campionato e Coppa Italia. Di realizzare un triplete insomma non c'è nemmeno la possibilità, ma anche un semplice double sembra fuori portata persino ai sognatori più sfrenati, visto il mercato deficitario e le rivali sempre più forti e pericolose. Il tifoso nerazzurro insomma dovrebbe fare come Fognini, mettersi in proprio e provare a togliersi le sue soddisfazioni da solo, a meno di non voler continuare a vivere di ricordi o di utopie.
Cesare Bogazzi