Abbiamo preso in prestito il titolo del grottesco racconto di Niccolò Ammaniti per provare a descrivere il tumulto di sensazioni che in queste ore attanagliano i cuori dei tifosi dell'Inter. Dopo un lungo periodo vissuto sul filo della depressione e la mazzata Balotelli che, anche se qualcuno nega, di sicuro non può lasciare indifferenti, lo scoramento era palpabile, l'insoddisfazione regnava sovrana e cominciavano già le prime accuse e i rimpianti. Tutto questo prima degli inattesi fuochi d'artificio.
Inattesi, come solo i veri colpi di mercato possono essere. Che poi si rivelino ottimi acquisti o meno, non è questo il momento per dirlo: ci sarà tutto il tempo per valutare. Ma che si sia trattato di autentici "colpi" è innegabile, per la velocità delle trattative, per la sorpresa generata dai nomi, per la cifra spesa che sembrava ormai fuori portata per le casse nerazzurre.
Kuzmanovic, preso praticamente per poco più di un milione; Laxalt, centrocampista uruguagio ormai a un passo; e soprattutto Mateo Kovacic, gioiello della Dinamo Zagabria per il quale erano pronte a battagliare tante big d'Europa, dal Chelsea, al Manchester, al Real Madrid. C'è pure Schelotto, non ce ne voglia il Levriero ma non riusciamo a metterlo sul piano degli altri: discreto acquisto, utile per dare una volta per tutte il benservito a Jonathan, ma pagato decisamente più del suo reale valore.
In tutto questo, i titoli dei giornali sono univoci: si tratta della reazione interista all'acquisto di Balotelli da parte del Milan. Non riusciamo a capire se si tratti di un'opinione reale o semplicemente una chiave di lettura dotata di maggiore appeal, perché credere che l'Inter abbia messo in piedi tre trattative in tre parti diverse del globo in un giorno solo per rispondere ai cugini risulta francamente poco credibile.
E' evidente che si è trattato di operazioni condotte in gran segreto da diversi giorni, portate a conclusione dopo il fallimento della trattativa per Paulinho. Altro che risposta al Milan, i nerazzurri hanno dato a Stramaccioni quello di cui aveva bisogno; che basti o meno per arrivare davanti ai rossoneri a fine campionato non è dato saperlo adesso, bisognerà aspettare. Quel che è certo è che l'Inter non doveva rispondere proprio a nessuno; anche perché, a differenza di altri, non ha un elettorato da conquistare.
Cesare Bogazzi