E poi si parla di nuovo di Europa. E va bene così. Ci sono margini di crescita. Dopo poche giornate, specie dopo il pareggio con la Juventus, si vociferava di scudetto, e andava bene così (e ci mancherebbe). All’inizio, era un cantiere aperto, il nuovo corso Mazzarri andava metabolizzato, e allora andava bene così. Comunque, per assunto, bene così.
La realtà è che c’è la sensazione che il tourbillon-Thohir abbia sortito un curioso effetto collaterale: da ottica scudetto si è passati, senza neanche accorgersene, al rischio di stare (di nuovo) fuori dall’Europa, ma va sempre bene così. Thohir e le sue distrazioni, tra amori inconfessabili non per Ronaldo ma per Ventola e soci con 130 milioni di debiti in giro per il mondo, sono stati il contesto di uno spostamento in sordina, verso il basso, dell’asticella degli obiettivi.
Ricordiamo un’altra squadra che, anni fa, ci fece dire: “eh, ma questi ovunque siano e qualsiasi cosa facciano, va sempre bene così”? Era la Juve di Ranieri. Guidava la classifica, e andava bene così, era seconda, e andava bene così, era terza o più giù, e andava bene così. Che pareggiasse, o perdesse, andava sempre così. Erano in B solo una manciata di mesi prima, ci voleva pazienza. E allora via con l’asticella mobile a piacimento, un paracadute comodo, ma pericoloso. Perché essere appagati per assunto, contenti sempre, perdere la confidenza col parlare chiaro e dire: “siamo da terzo posto. Se non arriviamo terzi, abbiamo fallito”, può regalare una vita comoda, ma espone a rischi di mancanza di mordente, perché tanto va bene uguale. A quella Juve portò poi in dote i famosi due settimi posti consecutivi. Allo stesso Napoli di Mazzarri, straordinario interprete della dottrina del nascondino, ossia “che ci frega di indicare gli obiettivi a inizio stagione, dove arriviamo siam bravi”, abbiamo la sensazione che sia costata sempre qualcosa in più di quanto (molto, per la verità) abbia ottenuto.
Adesso, l’Inter non è chiaro a cosa punti. Sembrava lottare per lo scudetto, ora non più, ma non ce la si prende troppo. Ci si protegge col “progetto nuovo”, coi margini di crescita, e allora va sempre bene. Peccato che negli ultimi due casi, leggi Conte e il tanto vituperato Allegri, il progetto ha portato in dote lo scudetto al primo colpo. Dubitiamo che sia dovuto alla politica fastidiosa del “va bene così”. Dubitiamo che, di nuovo fuori dall’Europa che conta, se non addirittura dall’Europa, i tifosi interisti possano bersi volentieri la medicina del “va bene” così. In quel caso, come panem et circenses, per distrarli serviranno tutti i Thohir e i complotti del mondo, a fare in modo che non realizzino che dal loro allenatore non hanno sentito una mezzo minuto proferire la frase “giochiamo per questo, mica vinciamo facile”. Per tutto il resto, c’è Ventola.
Ezio Azzollini