E dire che qualcuno c'era pure cascato. Aveva creduto a un cambio di rotta, a parole dettate da un apparente buonsenso, alla volontà di due presidenti di cambiare prima di tutto se stessi. E invece Maurizio Zamparini ed Enrico Preziosi sono sempre uguali, i soliti mangia-allenatori che da tempo hanno smesso di stupire. Orfani di Massimo Cellino, che ultimamente è lontano dai fasti di un tempo, i presidenti di Palermo e Genoa sono protagonisti assoluti quando si tratta di cambiare in corso d'opera e anche quest'anno non hanno voluto smentirsi.
All'inizio c'erano due giovani tecnici, con uno splendido passato da giocatori: ambiziosi, volevano portare novità e guadagnarsi la stima di dirigenti e tifosi. Le belle parole si sono sprecate ancor prima dell'inizio del campionato per Gennaro Gattuso e Fabio Liverani, che paragonati ai rispettivi predecessori venivano dipinti come possessori di un tocco magico. La grinta dell'ex rossonero era ampiamente lodata dal patron del Palermo, il bel gioco di Liverani apprezzato da Preziosi. Poi tutto è finito, all'improvviso: l'amore, la stima, il progetto.
Gattuso è durato ben 6 giornate, che non è male per un allenatore del Palermo. Il suo score? Due vittorie, un pareggio e tre sconfitte. Fabio Liverani ha rimediato nella sua breve esperienza al Genoa un'unica vittoria, ma di prestigio, considerato che è arrivata nel derby con la Samp; per il resto, un pareggio e ben quattro sconfitte.
Due allenatori giovani, sui quali si sarebbe voluto fondare un nuovo corso; ma la pazienza in Italia è poca, la possibilità di programmare ancora minore, se poi le panchine sono quelle di Palermo e Genoa allora si tratta di una sfida persa in partenza. Eppure c'era qualcuno che, di fronte a quelle belle parole, c'era proprio cascato.
Cesare Bogazzi