Diciamolo a voce bassa: in tanti, anche fra gli addetti ai lavori, hanno paventato, nel corso di queste settimane, scenari apocalittici con riferimento alle sorti dell'Inter alla data del 30 Giugno ed agli adempimenti da rispettare con la scure del Fair Play Finanziario. Qualcuno ha anche soffiato sul fuoco, sperando di farlo divampare, altri - vero Mourinho? - hanno anche cercato di approfittare della situazione (quella descritta dai media, non quella reale) per poter accaparrarsi un pezzo pregiato a prezzo di saldo. Ma non è andata proprio così.

Il tanto temuto "gong" è ormai prossimo ad essere suonato e l'Inter non solo ha tagliato il traguardo rispettando gli impresi assunti con l'UEFA, ossia di mettere sul piatto 30 milioni di plusvalenza al sorgere dell'ultima luna di giugno, ma lo ha fatto a braccia alzate, per usare un gergo ciclistico, senza privarsi dei cosiddetti "big", tantomeno a cifre da televendita alla Mastrota.

La vittoria, come è noto, ha sempre tanti padri e, mai come in questo caso, è assolutamente vero: in questo caso, vanno riconosciuti i meriti al Gruppo Suning e alla nuova dirigenza sportiva, con Walter Sabatini in testa, già calatosi nei panni del factotum.

Procediamo con ordine: il gruppo cinese che è a capo della società nerazzurra ha dato una dimostrazione di forza che soltanto chi è in malafede può non evidenziare. Sarebbe stato semplice, sbrigativo e, probabilmente più remunerativo nel breve periodo, impartire l'ordine di cedere il più possibile, anche i pezzi pregiati, al fine di raggiungere l'obiettivo dei 30 milioni di plusvalenza. Anzi, addirittura sarebbe bastato accettare l'offerta dello United per Ivan Perisic e chiudere i discorsi.
Invece no. Da Nanchino, anche in un momento apparentemente difficile com'è stato questo giugno ormai ai titoli di coda, il messaggio è stato quello di investire. Un paradosso, certo. Ecco, allora, l'acquisto di Skriniar, centrale sul quale altri grossi club avevano messo gli occhi addosso, acquistato dalla Samp, con l'inserimento di Caprari (9 reti nell'ultima stagione di Serie A) nella trattativa, valutato circa 15 milioni nella trattativa, dodici mesi dopo che l'Inter aveva speso circa 4,5 milioni per prelevarlo dal Pescara. Lo avesse fatto qualcun altro si sarebbe parlato di capolavoro, di lungimiranza e senso per gli affari, al di là di qualche inutile polemica sul milioncino in più o in meno attribuito alla valutazione dell'ex Pescara, peraltro in un mercato che vede Orsolini (8 gol in serie B) valutato 9 milioni più bonus.

Procedendo sulla stessa falsariga, l'Inter - quella che aveva necessità di cedere - ha imbastito una trattativa per due baby del Genoa, Pellegri (15 mln + 15 di bonus) e Salcedo (5 mln + 25 di bonus), inserendo nella trattativa dei propri tesserati che passeranno al Genoa, abbassando l'esborso (ad oggi 20 milioni, non i 60 strombazzati da tutti i media) per i due ragazzini del Genoa. Particolare attenzione merita la formula con cui i due attaccanti sono stati acquistati, con i tanti milioni di bonus che ingolosiscono il Genoa, il quale avrà tutto l'interesse a sviluppare la crescita dei ragazzi, il loro acclimatarsi alla prima squadra nei prossimi due anni.  È ovvio che per raggiungere tutti i bonus i due ragazzini dovrebbero fare autentiche mirabilie in massima serie nel prossimo biennio, quindi parlare di operazione da 60 milioni è, quantomeno, un tantino azzardato. Oltre che errato.

Per farla breve, l'Inter, società che poteva ritrovarsi spalle al muro a causa della scadenza pattuita con l'UEFA, ha trovato in sé la forza di programmare, acquistando giovani di prospettiva, inserendo in queste trattative altri calciatori che, ciascuno pro-quota, hanno contribuito a mettere insieme il tesoretto di 30 milioni richiesto. Sintetizzando ulteriormente: si è speso per guadagnare.

Difficile dire quanto la presenza di Walter Sabatini abbia inciso nella realizzazione di questo obiettivo: personalmente pensiamo che il peso specifico dell'ex dirigente della Roma sia elevatissimo e siamo propensi ad affibbiargli gran parte dei meriti. Se al gruppo dirigente va il plauso per la solidità che ha permesso di mettere in campo una strategia da top club, alla dirigenza sportiva vanno riconosciuti i meriti per averla saputo tradurre in operazioni concrete, senza impoverire l'organico, anzi con un occhio sul futuro dell'Inter.

Inutile star qui a fare l'elenco di tutte le piccole operazioni che, messe assieme, hanno consentito di mettere le mani sui 30 milioni di plusvalenza, oltre a quelle di Banega e Caprari. Ciò che, anche in questo caso, merita una lode, è la formula con cui sono stati ceduti i vari Gravillon, Di Marco, Miangue e Eguelfi, ossia quella dell'inserimento della cosiddetta "recompera": un modo per avere sempre la possibilità di riportare alla base il calciatore e, al contempo, un incentivo a far crescere i ragazzi per le società che hanno acquisito i ragazzi, dai quali potrebbero ottenere grosse soddisfazioni, tecniche ed economiche, nei prossimi anni. Anche qui: si cede, oggi, con un occhio all'investimento futuro, non per necessità. Senza pistole puntate alla tempia.
Una formula che, così per com'è strutturata, appare l'antidoto migliore ad uno dei mali che hanno afflitto la storia recente (e non solo) dell'Inter: l'incapacità di far fruttare le esperienze in giro per l'Italia dei prodotti del proprio vivaio. Elencare tutti quelli che, una volta allontanatisi da Appiano per andare a giocare in prestito, sono scomparsi dai radar del calcio che conta, richiederebbe lo spazio di un'enciclopedia.

In conclusione, quella che nasce in questa notte del 30 Giugno è un'Inter più sana, perché finalmente ha alle spalle una proprietà che, al di là degli argomenti finanziari, è in grado ed ha la volontà di ragionare in prospettiva, senza farsi imporre nulla da chicchessia. È un'Inter più forte perché dietro la scrivania c'è un dirigente, Walter Sabatini, che sa tradurre una buona strategia in azione raffinata, mirata e ragionata.

Sul mercato c'è ancora tanto da fare per costruire una squadra all'altezza delle ambizioni che il Suning Group ha dimostrato, coi fatti, di nutrire, legittimamente. Ma è chiaro a tutti, forse anche a quanti aspettavano sul trespolo l'arrivo di questo 30 Giugno, che le cose saranno fatte bene. Qualcuno di quelli lì, adesso, dice benissimo.
Intanto è già arrivato mister Spalletti, uno che ha già detto che "sarà fondamentale non sbagliare gli acquisti". Con queste premesse c'è da essere fiduciosi: il primo esame, Fair Play Finanziario, è stato superato con un bel 30 e lode!