Nella giornata di ieri, Canale Milan sui propri social, come fa spesso, ha lanciato ai propri lettori una domanda. Secca, semplice, dalla risposta a bruciapelo: siete contenti di Inzaghi, o preferivate Seedorf? Pippo o Clarence? Insomma, si stava meglio quando si stava peggio?
Risposta a bruciapelo, dicevamo. Pippo. O Clarence. Ecco, quello che non ci aspettavamo, era la “risposta di riserva”. Quello che non ci aspettavamo era che tra Pippo e Clarence (con sbilanciamento comunque fortissimo dei lettori verso l’interregno olandese), ad essere preponderante, nelle risposte, come un moto spontaneo e fragoroso, fosse la terza via. Quella su cui converge in maniera disarmante la quasi totalità dei commenti di risposta al nostro quesito di ieri, e che possiamo riassumere, crudamente, così come sentenziato da un tifoso: “entrambi messi assieme non fanno la metà di chi li ha preceduti”. E, come molti lettori tengono a chiarire, al di là di un complicato revisionismo nei confronti di Allegri, è di Ancelotti che si parla, esplicitamente o meno.
Vuoi per i segnali di calore dei giorni scorsi da Madrid (“in Italia la mia panchina è solo quella del Milan”, ha detto l’allenatore della Decima dei blancos), vuoi perché i numeri sono numeri almeno quanto i ricordi sono ricordi, fatto sta che quello rossonero è un popolo che al quesito Pippo o Clarence, come messosi d’accordo da chissà quanto, converge collettivamente verso una terza via. Che va al passato, e va al cuore. Chi incarna l’allenatore amato e rimpianto non è Seedorf, e non è ancora Pippo. Il primo non ha avuto i mezzi e il tempo a disposizione per esserlo, il secondo chissà se li avrà mai. Dura.
Tra Pippo e Clarence, vince un passato mai proferito, ma indimenticato. Tra Pippo e Clarence i tifosi neanche scelgono, crogiolandosi con una nostalgia lontana. E’ un segnale, anche questo, del quale prendere atto. Purtroppo.
Tra Pippo e Clarence, per i tifosi vince il passato remoto
Tra Pippo e Clarence, per i tifosi vince il passato remoto
sabato, 29 novembre - 00:00

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