E' tempo che qualcuno confessi: alcune settimane fa, non è dato sapere quando, è stata operata una sostituzione. Il vero Fredy Guarin, dominatore del centrocampo, un giocatore capace di progressioni devastanti e imperiose, che era subito entrato nel cuore dei tifosi, è stato rapito; al suo posto hanno mandato un sosia, apparentemente identico, ma inguardabile sul rettangolo da gioco.
Si ironizza, ovviamente, ma è difficile spiegare una simile involuzione da parte del Guaro, tanto che sarebbe molto più semplice ricorrere a teorie che tirino in ballo alieni o magari un bel complotto, di quelli che mancano tanto in questo periodo. In realtà le ragioni di un appannamento piuttosto lungo, che ha relegato Fredy in fondo alle gerarchie di Andrea Stramaccioni, sono di due tipi: fisiche e tattiche.
Quest'anno l'Inter ha iniziato presto la sua preparazione per gli impegni di Europa League, e fin dal ritiro di Pinzolo il colombiano è apparso come uno degli uomini migliori della rosa nerazzurra, il perno attorno al quale costruire il centrocampo del presente e del futuro. Ma dopo un inizio incoraggiante, Guarin si è spento, la sua condizione è nettamente calata e in campo commette errori banali, per i quali i tifosi interisti hanno cominciato a mormorare già da un po' di tempo. Ma rispetto all'inizio della stagione non è cambiata solo la forma fisica: è soprattutto il nuovo modulo che penalizza Guarin.
Il colombiano sembra confuso, non riesce ad assimilare i suoi nuovi compiti, che sono diversi da quelli del 4-3-1-2; maggiore copertura, meno sganciamenti offensivi, palla da scaricare velocemente, posizione da ricoprire con attenzione. Il Guaro tende ad essere anarchico in campo, un centrocampista muscolare ed esuberante, che probabilmente è al momento il giocatore più penalizzato dal nuovo equilibrio tattico trovato da Stramaccioni. Il mister non ha perso la sua fiducia in lui e vuole recuperarlo, tuttavia c'è già chi crede che il futuro di Guarin non sarà nerazzurro.
La paura più grande dei tifosi nerazzurri, una possibilità a cui molti hanno cominciato a dare credito, è che il colombiano sia un bluff, paragonabile a un Milos Krasic o a un Kevin-Prince Boateng; giocatori sopravvalutati, che appena arrivati in Italia mostrarono una netta superiorità fisica rispetto alla media del nostro campionato, per poi piombare nel baratro, chi per insipienza tattica (l'ex juventino), chi per prestazioni man mano sempre più scadenti.
Guarin non ha avuto un'esplosione improvvisa, compiendo invece un percorso più lineare, che l'ha portato a recuperare gradualmente da un lungo infortunio per poi crescere e conquistare tutti; perciò la dirigenza - e i tifosi - si aspettano che in realtà si tratti soltanto di una fase passeggera, di un periodo nero destinato a rappresentare una piccola parentesi nella luminosa carriera nerazzurra di Fredy Guarin. A meno che non si tratti davvero di un sosia.
Cesare Bogazzi