"Ci vediamo tra 45 giorni". Firmato: Lucas Biglia. Facciamo 60, così inglobiamo anche il periodo necessario per tornare al top della forma, ed ecco un'altra bella gatta da pelare per Simone Inzaghi. Che non ha tutte queste alternative in rosa. Anzi, proprio nessuna. In realtà un vice-Biglia alla Lazio manca dal 23 luglio 2013, giorno del suo sbarco in biancoceleste. Fino al 2015 c'era Ledesma, l'unico ad avvicinarsi più di tutti alle caratteristiche del connazionale. Ma andarci vicino, si sa, conta solo a bocce.
In regia, ovviamente, per i prossimi due mesi ritroveremo Danilo Cataldi. E non sarà esattamente la stessa cosa. Non tanto per le qualità (specie in prospettiva) comunque più che buone del diretto interessato. Ma per un motivo molto più banale: non è il suo ruolo. "Questo compito mi responsabilizza. Come ho già detto, avere un sostituto di Biglia non vuol dire giocare come Biglia. E' un giocatore difficile da sostituire, quasi impossibile", ha sentenziato il talento romano. Dichiarazioni a cui, però, vanno necessariamente allegate quelle di qualche tempo fa. Era la Lazio di Pioli e, alla domanda sull'impiego da lui prediletto, Cataldi rispondeva: "Preferisco giocare mezzala". Habemus papam. Eppure in quella zona di campo non è stato quasi mai utilizzato, al massimo un paio di volte in passato e solo grazie alle defezioni dei coinquilini della mediana. "Cataldi" ha sempre fatto rima con "regista" proprio per sopperire a quell'annoso problema di cui sopra: la Lazio, un vice-Biglia, non l'ha mai avuto.
Come rimediare, dunque, alla lungodegenza dell'argentino? Abbiamo già spiegato che la Lazio non ha gli interpreti adatti per il 3-5-2 e che Cataldi non può essere lasciato solo lì in mezzo. Tuttavia, in una situazione di tale emergenza, rinforzare il centrocampo con cinque uomini appare l'unica soluzione praticabile. Una sorta di tamponamento tattico, in attesa del grande ritorno. E quindi: Parolo-Cataldi-Milinkovic centrali (con il serbo utilizzabile come jolly anche sulla trequarti), Lulic e Basta (o Felipe Anderson) esterni. Per la trasferta di Udine Dusan alzerà bandiera bianca, di conseguenza il brasiliano sarà chiamato all'ennesimo sacrificio tattico e atletico. Farà tutta la fascia per 90 (?) minuti, cercando di commettere meno errori possibile in fase di ripiego e di dare pieno sfogo alla fantasia quando dovrà spingere. Iachini sa bene che la partita si deciderà proprio sull'out di sinistra.
Non ci soffermeremo sulle voci di mercato che vorrebbero Igli Tare ingolosito dall'idea di portare a Roma lo svincolato Raul Meireles. Non sarebbe una strada intelligente, né una politica adottata di buon grado dal club. Piuttosto preferiamo chiosare con un auspicio e un interrogativo.
L'auspicio è che Cataldi, per il bene suo e della Lazio, affronti con lo spirito giusto i 60 giorni caldissimi a cui andrà incontro. Gli scogli si chiamano Udinese, Bologna, Torino, Cagliari, Sassuolo, Napoli, Genoa e Palermo. E non è escluso che il 4 dicembre, nel derby, possa toccare ancora a lui.
L'interrogativo è abbastanza inquietante. Biglia ha quasi 31 anni, ad oggi guadagna 1.4 milioni a stagione (3° in rosa, dietro a Immobile e Wallace) e negli ultimi 3 tornei di Serie A, su 114 gare totali, ha saltato per infortunio 34 partite complete (non prendiamo in considerazione gli spezzoni, né tantomeno le cause delle sue defezioni). Praticamente, un campionato intero. Il suo agente sta discutendo proprio in questi giorni il possibile rinnovo fino al 2020 (con opzione per un altro anno), a cifre ovviamente più elevate. In caso di fumata bianca, scenari come quello attuale potrebbero ripetersi di nuovo in futuro. Siamo sicuri che per la Lazio sarebbe la scelta ideale?