Mentre continua in Serie A il tedioso botta e risposta tra Juventus e Roma che ti fa benedire lo scontro diretto di domenica, nella serie cadetta guardi la classifica e non ci vedi (ancora) al comando lo strafavorito Catania, ma il Perugia di Taddei. Guardando poi la classifica capocannonieri, davanti a Calaiò e colleghi, noti la presenza di un certo Castaldo. Eppure sei sicuro che quello del famoso videogioco si chiamasse Castolo...
In Serie B al secondo posto solitario con 11 punti dopo le prime sei giornate c’è l’Avellino dell’ottimo Massimo Rastelli che prova a ripetere quanto di grande fatto soprattutto nella prima parte dello scorso campionato quando, da neopromossa, al termine del girone di andata i punti furono 37, meno solo dell’Empoli (39) e del Palermo (41). La speranza play-off, tenuta viva comunque fino all’ultima giornata, fu poi disattesa dai soli 22 punti conquistati nel girone di ritorno. Una squadra che, dopo aver dovuto dire addio, tra gli altri, ai promettenti Izzo e Zappacosta, non eccelle per le qualità dei singoli, ma si contraddistingue per solidità, compattezza ed organizzazione, per il cuore, la voglia e la determinazione messi in campo in ogni partita, nonostante i limiti tecnici, tentando comunque sempre di imporre il proprio gioco. Le due vittorie in rimonta per 2-1 nelle ultime giornate al Francioni di Latina e al Partenio contro il Livorno ne sono la dimostrazione. Cuore, voglia e determinazione sono di capitan Gigi Castaldo, che riesce a trasmetterli con il suo carisma a tutti i compagni. È lui l’assoluto trascinatore di un Avellino con diversi giovani che tenta di sorprendere ancora. 11 reti nella passata stagione, quando a dargli man forte davanti c’era il gigante bulgaro 15 volte a segno Andrey Galabinov, per lui che aveva già guidato l’anno prima i Lupi alla promozione con 14 centri in Prima Divisione. 32 anni, nativo di Giugliano in Campania, una carriera spesa in giro per la Campania, tra Puteolana, Benevento, Juve Stabia e Nocerina (10 reti in B nel 2011/2011) perché il suo legame con gli affetti e la famiglia era troppo forte per andarsene lontano. Uno di quei giocatori che riesce a farsi amare dall’intera tifoseria perché in campo dà sempre l’anima: sgomita, lotta, suda, segna e, grazie al suo altruismo, fa segnare. Sempre il primo a dare la carica a suoi e l’ultimo a mollare: suo il gol della vittoria per 1-0 nel finale di una partita che proprio non si riusciva a sbloccare alla prima giornata contro la Pro Vercelli, sue le due reti che hanno riaperto le già citate gare, vinte in rimonta, con Latina e Livorno. Dopo il gol del pareggio contro gli amaranto, il pallone riportato subito a centrocampo perché quella partita si poteva e quindi si doveva vincere. E così è stato. I complimenti nel postpartita gli sono arrivati da Carmine Gautieri, allenatore dei toscani: “È davvero sprecato per questa categoria. È di livello superiore”.
Gigi Castaldo in contrasto con Paletta in un triangolare estivo al Partenio (Getty Images)
Nel 3-5-2 di Rastelli libero solitamente di svariare attorno ad un centravanti boa (come Galabinov lo scorso anno o il Llorente della Juve), in attesa che uno tra Pozzebon e Comi (segnale importante il suo gol della vittoria nell’ultima gara contro il Livorno) ingrani, Castaldo si è caricato sulle spalle tutto il peso dell’attacco irpino, realizzando 4 delle 6 reti totali in sei partite messe a segno dalla squadra biancoverde e trascinandola al secondo posto. Per il numero 10 la meritata soddisfazione di essere momentaneamente da solo in vetta alla classifica cannonieri della B. Il suo avvio di stagione è paragonabile, nel suo piccolo, a quello di Carlitos Tevez, anche lui a quota 4 centri e capocannoniere in Serie A dopo aver sbloccato le gare con Udinese e Atalanta e aver risolto il match di San Siro con il Milan (oltre alla gara di Champions contro il Malmoe). Con l’argentino ha in comune l’abnegazione, la grinta, la caparbietà, come lo juventino è indispensabile e risolutivo per la propria squadra.
Silvestro Giaquinto